Piccole donne crescono
Un piccolo film, praticamente non pubblicizzato in Italia, che proprio per questo verrà presto dimenticato. In realtà, avrebbe le carte per diventare un piccolo cult, un Almost famous (id., Cameron Crowe, 2000) della ginnastica. Come quel film, anche questo utilizza la colonna sonora come punta propulsiva per far volare la storia oltre i suoi confini.
Hip hop e r&b per incorniciare un ambiente certo non considerato dei più cool: la ginnastica ha fama di essere mondo dalle mille regole, dalla disciplina ferrea, che ruba infanzia e giovinezza agli atleti.
Così la regista Jessica Bendinger utilizza un occhio femminile e femminista, per condurre le sue giovani protagoniste verso il più classico dei riscatti, quello che mette al centro le persone come individualità, non come macchine da punteggio. Persone, donne in questo caso, ragazze che vengono travolte dalla personalità della protagonista, Haley: tutto il film trae aria e colore da questo personaggio, forte e aggressiva, sicura di sé e della propria pelle. La freschezza di Haley deve tutto a un mix di femminilità e maschilità che la rende davvero irresistibile: forza maschile, quella della ginnastica e della fatica, grazia femminile, quella dei volteggi e del senso di gruppo.
La compostezza della trama rende credibile tutto il racconto che, senza presunzioni, si impone come favola moderna di un’eroina che, allontanata dal suo mondo, deve sviluppare nuove forze per affrontare le sfide e, soprattutto, scoprire la propria interiorità. La fine del percorso è l’inizio di una nuova maturità.
Colorato, sfrenato nelle musiche, atipico in certe scelte di’inquadratura, veloce e coreografico nei punti di vista, Stick it mantiene alto il piacere delle storie semplici, utilizza con modi calibrati le invenzioni della macchina cinema, coinvolge.
Curiosità
La splendida Haley è Missy Peregrym, ventiquattrenne attrice di serie televisive, vista in Smallville, Dark Angel, Tru Calling e Life as we know it.
A cura di Francesca Bertazzoni
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