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Mistero svelato

Mistero svelato

L’assassino lascia su ogni scena del delitto un “trailer”, così lo chiama Giuditta Paola<br />Barbato” />Licari</b>, protagonista di <i>Bilico</i>: un indizio messo a prefigurare l’omicidio successivo. Quasi un gioco <b>a carte scoperte</b>, esattamente come Paola Barbato fa nel suo libro: scopre le sue carte a metà della storia, riuscendo comunque a tenere sul filo della tensione il lettore.</p>
<p>Un serial killer violento, crimini tendenti allo splatter, come lo erano quelli del folle Kevin Spacey in <i>Seven</i> (<i>id.</i>, David Fincher, 1995), un assassino sempre più minaccioso nei confronti dell’investigatore che lo sta braccando. A indagare, qui, non è un poliziotto fascinoso e senza esperienza, ma una psichiatra criminale dalle eccellenti doti professionali, mediocre nell’aspetto, complicata e a tratti crudele nel carattere. Niente a che fare con <i>CSI</i>, insomma. La Barbato definisce la sua Giuditta Licari come <b>una protagonista femminile al limite</b>, ma piena di umanità e realismo; riesce a descrivere la sua arguta e profonda intimità con la verità delle parole, come una serie di immagini fotografiche di un mondo (quello della polizia investigativa e dei serial killer) ormai ricco di riferimenti e tipizzazioni nell’immaginario collettivo.</p>
<p>I canoni della suspance, qui, si raffinano. La tecnica narrativa che Paola Barbato sceglie, infatti, è simile a quella vista nel film <i>The village</i> (<i>id.</i>, M. Night. Shyamalan, 2004), dove le creature mostruose del bosco venivano private del loro potenziale orrorifico nel pieno della tensione del film. Un modo di raccontare che <b>complica gli stereotipi del thriller</b>, dove l’enigma si può sciogliere solo nell’ultima pagina: a metà libro, infatti, l’assassino è smascherato, la sua identità è svelata. Di cosa si deve aver paura poi?</p>
<p>Paola Barbato maneggia le parole con freddezza, tiene le fila delle azioni dei personaggi come un burattinaio esperto, obbliga il lettore a tenersi veramente <b>in bilico tra l’orrore e la comprensione</b>, tra l’attrazione e la repulsione per ciò che comunemente viene considerato Male. E delinea un personaggio femminile di una profondità rara, piena di contraddizioni e capace di immense passioni, ambigua e sfuggente, simile a una creatura camaleontica che riesce a mimetizzarsi nel ghiaccio e poi nel fuoco. Sola, e poi orgogliosa della sua solitudine, alla ricerca di strane relazioni sessuali, capace di un fascino stregonesco sugli uomini: così come la protagonista, anche questa storia è femmina.</p>
				<p class= A cura di Francesca Bertazzoni
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