Poca ansia a bordo
In una calda estate la voglia di acqua può essere grande, e in Poseidon ce n’è in abbondanza; purtroppo, a parte questo, il film non contiene molti altri lati positivi. Quello che voleva essere un remake di alto livello, da fare impallidire Titanic (id., James Cameron, 1997), non riesce in realtà a colpire nel segno a causa di una sceneggiatura semplificata e modificata rispetto all’originale, con meno dramma e più banalizzazioni sentimentali.
Chi di noi ha visto l’originale L’avventura del Poseidon con Gene Hackman (The Poseidon Adventure, Ronald Neame, 1972) ricorda di aver provato un senso di soffocamento e di ansia insopportabili, che non davano tregua; qui invece l’ansia è spesso appannata da battute in pieno stile yankee, un po’ fuori luogo se ci si trova nel vano ascensori infuocato di un transatlantico capovolto nel mezzo dell’oceano. Senza dubbio gli effetti speciali sono spettacolari, così come lo è la dimensione del Poseidon (anch’essa aiutata dalla computergrafica), ma tutto ciò non basta per reggere le quasi due ore del film.
Inoltre, gli stessi attori non sono nella loro forma migliore: con un Kurt Russel appesantito e un po’ mieloso e Kevin Dillon che si atteggia nei panni del fratello stupido di Matt, l’unico a mostrare un po’ più di mestiere nonostante gli anni è Richard Dreyfuss, che interpreta il personaggio omosessuale con eleganza e maggiore credibilità.
Pur essendo un film di profilo piuttosto basso, però, ha senz’altro le caratteristiche adatte a portare al cinema qualche persona in più anche durante l’estate, perché offre un intrattenimento facile e spettacolare; e questo, in un mercato che negli ultimi anni sta facendo degli sforzi per mantenere alti gli incassi anche durante la classica depressione estiva, è senz’altro un fattore positivo.
Curiosità
Una scelta azzeccata la presenza di Stacey Ferguson, in arte Fergy dei Black Eyed Peas, in qualità di cantante-intrattenitrice del tristissimo party di fine anno.
A cura di Enrico Bocedi
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