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cultura dell'immagine e della parola

Cocci aguzzi di bottiglia

Cocci aguzzi di bottiglia


Tanza

Regia: Mehdi Caref
Sceneggiatura: Mehdi Caref
Fotografia: Philippe Brelot
Montaggio: Yannick Kergoat
Musica: Rokia Traore
Interpreti principali: Adama Bila, Elisee Rouamba
Durata 16’

Tanza è un bambino. Fa parte di una pattuglia composta da giovanissimi. Ha solo dodici anni ma già usa il mitra, già partecipa alla guerra. Ancora non sa cos’è la vita e già uccide. Gli viene affidato il compito di collocare all’interno di una scuola un ordigno da far esplodere. Una fionda. La foto di Ronaldo sul mitra, che spara colpi veri. Infanzia negata.

Blue Gispy

Regia: Emir Kusturica
Sceneggiatura: Stribor Kusturica
Fotografia: Glusika Milorad
Montaggio: Svetolik Mica Zajc
Musica: No Smoking Orchestra
Interpreti principali: Uros Milovanovic, Zurovac Dragan
Durata 17’

Uros è un bambino. Sta per tornare a vivere con il padre. Ha appena lasciato il carcere minorile. Ma a casa niente sorrisi, niente abbracci, solo obblighi e doveri, niente diritti. Il padre lo costringe a vagabondare e a rubare. Meglio il carcere, indubbiamente. E poi la fuga, magari, tra qualche anno. È un Kusturica classico, ironico, beffardo, ritmicamente comico, melodicamente drammatico. Infanzia negata.

Jesus children of America

Regia: Spike Lee
Sceneggiatura: Cinque e Joie Lee
Fotografia: Cliff Charles
Montaggio: Barry Alexander Brown
Musica: Terence Blanchard
Interpreti principali: Rosie Perez, Hannah Hodson, Andre Royo
Durata 20’

Bianca è una bambina. Ha l’Aids. Finora ha visto il mondo con un solo occhio, quello dell’irresponsabilità dei genitori, quello del pregiudizio dei compagni di classe, quello dell’ignoranza degli adulti. Bianca allora per sopravvivere è costretta ad aprire tutti e due gli occhi. È costretta a crescere e a confrontarsi con la malattia. Impronta classica anche per Spike Lee: colorato, esplicito, feroce, d’impatto. Infanzia negata.

Bilu & Joao

Regia: Katia Lund
Sceneggiatura: Katia Lund, Eduardo Tripa
Fotografia: Toca Seabra
Montaggio: Estevans Santos
Musica: Antonio Pinto, Rica Amabis
Interpreti principali: Vera Fernandes, Francisco Anawake de Freitas
Durata 15’

Bilu è una bambina. Joao è un bambino. Vivono per strada e passano la giornata a raccogliere tutto quello che capita per poi rivenderlo e guadagnare qualcosa. Il migliore fra tutti gli episodi per robustezza, idee e ambientazioni. Le baracche, la polvere, dimensioni sconosciute. Quasi neorealistico, privo di facili emozioni. Infanzia negata.

Jonathan

Regia: Jordan Scott, Ridley Scott
Sceneggiatura: Jordan Scott
Fotografia: James Whitaker, Ben Davis
Montaggio: Dayn Williams
Musica: Ramin Djawadi
Interpreti principali: David Thewlis, Kelly Mac Donald
Durata 16’

Lui è stato un bambino. Ora è un fotoreporter. Un adulto. Un uomo con delle responsabilità che gira il mondo e lo impressiona, rimanendone impressionato. Inizia un viaggio onirico, mentale, nell’infanzia, nei ricordi di bambini. Pensieri assopiti, incontri dimenticati, avventure sognate. Evocativo e misterioso. È l’unico episodio che parla esplicitamente attraverso il cinema. L’uso del flashback non è solo narrativo: in questo caso dilata le emozioni e sottolinea i contrasti con i ricordi e l’età adulta. Infanzia vissuta.

Ciro

Regia: Stefano Veneruso
Sceneggiatura: Diego De Silva, Stefano Veneruso
Fotografia: Vittorio Storaro
Montaggio: Ugo De Rossi
Musica: Bungt & Bangt
Interpreti principali: Daniele Vicorito, Emanuele Vicorito, Ernesto Mahieux
Durata 13’

Ciro è un bambino. Vive a Napoli. La sua giornata è fatta di furti, scippi, aggressioni. Cresce con cattive immagini, luoghi disperati, sporchi, poveri. Il più scontato episodio del film si salva appena per la sincerità del contributo e per una Fotografia che esalta il grigiore e la tristezza del degrado sociale. Pieno di luoghi comuni e siparietti da cinema popolano. Infanzia negata.

Song song & Little cat

Regia: John Woo
Sceneggiatura: Li Qiang
Fotografia: Zeng Nianping
Montaggio: Robert Ferretti
Musica: Lin Hai
Interpreti principali: Zhao Zicun, Qi Ruyi
Durata 19’

Lei è una bambina ricca che dal finestrino dell’auto getta la sua bambola. La raccoglie l’altra, una bambina storpia, povera, che grazie ai risparmi del nonno riuscirà ad andare a scuola. Dopo la drammatica morte del nonno, la piccola viene schiavizzata e mandata a vendere rose. Il destino incrocerà nuovamente la strada delle due bambine. L’episodio più straziante e più sopra le righe è comunque bene orchestrato e fotografato. A tratti poetico, a tratti melodrammatico, pieno di richiami simbolici. Ultima spina d’infanzia negata.

La passione con cui sono realizzati questi sette episodi mette in secondo piano il rapporto di dissonanza che persiste in questo film. Non poteva che non essere così. Non solo lo spettatore viaggia per il mondo, ma entra anche in contatto diretto con gli autori di questi significativi episodi. Ritroviamo la matrice autoriale e autobiografica di molti registi, che raccontano le storie dei bambini del loro mondo. Era inevitabile la dissonanza, perché non esiste un solo mondo.

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