Intervista a Jake Gyllenhaal
I segreti di Brokeback mountain, Proof, Jarhead. Jake Gyllenhaal è l’attore del momento. Abbiamo parlato con lui in occasione dell’uscita del nuovo film di Sam Mendes, in cui interpreta il ruolo di un giovane cecchino nella guerra del Golfo.
Jake, hai dichiarato che la prima volta che hai incontrato Sam Mendes eri preoccupato di non riuscire a convincerlo che tu fossi l’attore giusto per interpretare Swoff. Che cosa è successo esattamente?
Prima che io iniziassi a lavorare per I segreti di Brokeback mountain, Sam mi chiese di incontrarci a New York dicendo: ‘Perchè non vieni a cena con me? Vorrei parlarti di qualcosa di interesante…’. E quando ci incontrammo lui mi diede una prima draft della sceneggiatura e mi disse ‘ Io non ti sto facendo un provino ma vorrei che tu leggessi questo copione. Avrei piacere di sentire i tuoi commenti a riguardo’. Io lessi lo script e capii che Sam stava lavorando a Jarhead e di che cosa si trattava. Divorai il testo in un’ora e chiamai Sam, dicendo ‘E’ fantastico, farò qualunque cosa ma voglio essere io il protagonista del film!’, e Sam disse ‘Va bene, parliamone’. In quel momento stavo promuovendo The Day After Tomorrow ed ero a Berlino. Sam mi chiese di fermarmi a New York per incontrarci nuovamente; mi disse che in questo nuovo incontro non avremmo letto insieme il copione e questo per me fu un sollievo.
Perché a te non piacciono le letture?
Sinceramente no. Noi ci incontrammo di nuovo e ci parlammo per circa due ore; alla fine Sam disse ‘Ho due copie del testo: vogliamo leggerlo insieme?’. Io non avrei voluto ma quando Sam me lo chiese non seppi dire di no. Lessi ad alta voce, con un tono letterale, freddo e monocorde che non trasmetteva alcune emozione.
Il risultato fu che Sam non mi chiamò per tre mesi e io seppi che stava incontrando altri attori per il ruolo di Swofford . Allora chiamai Sam, gli lasciai un messaggio che diceva ‘Io farò di tutto per ottenere quel ruolo’. Dopo due settimane Sam mi chiamò e mi disse ‘ Voglio che interpreti Jarhaed’. Ero al settimo cielo.
Che cosa ti è piaciuto così tanto di Jarhaed?
Credo che il film provochi molte domande differenti nelle persone, lo stesso accade leggendo il libro. Mi piace veramente l’emozione discontinua che è nel testo: tu non devi seguire né l’ordine cronologico né quello emotivo, è il non senso di tutto che riesce a dare un senso alle cose in Jarhaed, secondo il principio dell’assurdo, dell’ironia e del surrealismo. Per me Tony (Swofford) appartiene alla stessa generazione di Dave Eggers o Jonathan Saffron Foer, quel tipo di scrittori che hanno destrutturato l’idea stessa di cosa sia un romanzo, iniziando un testo partendo dalla fine e andando a ritroso per esempio. Tony rappresenta perfettamente gli anni novanta, quando è cresciuto e si è formato. Io credo che il film sia una chiara rappresentazione di che cosa è stato quel momento generazionale, e ne è un tributo. Per questo Jarhead è per me un libro e un film appassionante.
.
Come ti sei trovato ad interpretare il personaggio di ‘Swoff’ ? hai voluto approfondire la conoscenza di questo personaggio oppure no?
C’era qualcosa nel modo in cui Bill (Broyles) aveva riadattato l’autobiografia e aveva deciso di nominare Tony Swofford, solo ‘Swoff’, che completava perfettamente il personaggio. Sapevo dall’inizio che non avrei incontrato Tony e che non avrei potuto confrontarmi con lui in una conoscenza reale di chi è stato ed è effettivamente Tony, con i suoi rancori e i suoi odii.
Sam organizzò un incontro circa due settimane prima delle prove ma io e Tony sedemmo al tavolo del ristorante senza scambiarci una parola. Io ero sotto l’effetto di un attacco di panico e non so cosa avesse preso a Tony. Sam cercò per tutto il tempo di coinvolgerci e di farci avvicinare ma sia io che Tony gli dicemmo: ‘Sappiamo che questa è un’opportunità per confrontarci ma il personaggio sarà una sintesi, un’amalgama della parte reale e vera di ciascuno di noi due’.
A questo proposito, Sam mi disse prima di iniziare le riprese: “Leggete il libro ma non seguitelo alla lettera perchè il film sarà diverso. [img4]Noi dobbiamo interpretare e sentire cosa è successo nella Guerra del Golfo e non aspettarci che ciò che è stato scritto e raccontato in precedenza accada di nuovo. Dobbiamo essere capaci di viverlo sulla nostra pelle’.
E’ molto interessante che tu abbia sentito la necessità di vestire i panni del protagonista apportando delle qualità del tuo carattere.
Credo che per questo sono stato chiamato da Sam Mendes. Dopo di me, Sam chiamò nel cast Peter (Sarsgaard) e io gli dissi ‘Sei sicuro di voler vedere un’amicizia tra due attori che hanno realmente un’amicizia?’. E lui mi disse ‘Certo, è per questo che vi ho scelto’.
Vai alla seconda parte dell’intervista
A cura di
incontri ravvicinati ::