Neve sporca
Con l’approvazione ufficiale di John Carpenter, che, quasi trent’anni prima, diresse l’originale (Assault on precinct 13, 1976), il remake di Richet non cade nella trappola di una improbabile imitazione ma prova a fornire la sua personale versione / visione della storia. L’ambientazione è trasferita da un’assolata Los Angeles ad un‘invernale Detroit dove l’isolato distretto 13, immerso nella neve, si trasforma in una prigione al cui interno i nemici diventano alleati e gli amici avversari. Un thriller dai toni forti dove le immagini scorrono sotto una persistente nevicata che lascia intravedere minacciose figure notturne dai passamontagna bianchi evocatrici degli incappucciati del Ku Klux Klan. Fondamentale nella riuscita del film è l’importante cast che annovera un ispirato Ethan Hawke e un gruppo di “veterani” tra cui Fishbourne, Leguizamo, Byrne e Dennehy, i cui piccoli occhi rotondi sono attraversati dalla stessa astiosità con cui da sceriffo sfidò Rambo (id., Ted Kotcheff, 1982).
Ritmo, cruda violenza e adrenalina
Il film di Carpenter, nato come un B-movie a bassissimo budget e passato inosservato al Festival di Cannes, è diventato un vero e proprio cult movie. Nella pellicola di Richet l’uso della violenza è sorprendentemente crudo senza però raggiungere la spietatezza della notissima scena del film del ‘76 in cui una bambina viene freddata di fronte al carretto di un gelataio ambulante. Il montaggio veloce si contrappone stilisticamente all’uso reiterato che il regista americano faceva del ralenti per amplificare la dilatazione temporale delle sequenze che, accompagnate dalle insinuanti musiche composte dallo stesso Carpenter, rendevano infinita l’attesa dell’assalto. Interessante la scelta, molto apprezzata anche dal regista più politico degli Usa, di rendere il profilo degli assalitori “istituzionale” mescolando i ruoli dei buoni e dei cattivi e complicando il meccanismo di identificazione dello spettatore. Il “western metropolitano” con sparatorie plastiche e assalti al fortino ripiega in un buon action thriller dove adrenalina e ritmo sostituiscono inquietudine ed attesa. Del film di Carpenter resta il vuoto spaziale e morale, della pellicola di Richet l’amarezza e la tensione.
Curiosità
Il ruolo di Smiley è interpretato da Ja Rule Atkins, noto divo hip-hop, già nel cast, tra l’altro, di Fast and furious (id., Rob Cohen, 2001) e Scary movie 3 (id., David Zucker, 2003). Bishop, il nome del gangster interpretato da Laurence Fishburne, è lo stesso che Carpenter aveva dato ad uno dei poliziotti nel film del 1976.
A cura di Raffaele Elia
in sala ::