Buonanotte, a domani
La storia d’amore di due anziani non è probabilmente tanto interessante quanto la stessa storia vissuta da due ragazzi poco più che adolescenti. Succede così che le pagine del diario che il protagonista legge ogni giorno alla sua malata compagna di vita si trasformino in un lungo flash back che ci porta nell’America degli anni quaranta in una cittadina di provincia, dove si accende l’amore “estivo” tra Noah e Allie.
Favola non inedita ma sempre efficace perché racconta la storia di persone autentiche, con le quali il meccanismo dell’immedesimazione fa presto ad attivarsi. La semplicità narrativa è, insieme a un certo grado di prevedibilità, un elemento di forza del film, che punta dritto alla suggestione emotiva.
I protagonisti questa volta hanno meno di vent’anni. Lei proviene da una ricca famiglia di possidenti e si appresta a frequentare l’università, lui è un falegname povero e orfano di madre. Nell’arco di un’estate si innamorano tanto da diventare inseparabili, nonostante i prevedibili e insormontabili problemi dovuti alla differente estrazione sociale.
Traspare la storia di un’epoca da questo film acquatico, che poggia i piedi nelle correnti dei grandi fiumi dell’America continentale, già celebrati in Big Fish (id., Tim Burton, 2003).
L’acqua che scorre è il destino che si compie, il fluire della storia. Gli uccelli migratori il simbolo della libertà. L’ambiente è incontaminato, puro, eloquente con la sua sola maestosità, pronto a essere fissato in unquadro ad olio.
A tutto questo, e al suo primo amore, Allie dovrà rinunciare per seguire la famiglia e il futuro che le spetta dalla nascita.
Il tempo che passa si percepisce dalle canzoni e dall’abbigliamento. Dai microabiti sapienti che già fasciano le ragazzine nel primo dopoguerra ai copricapo degli anni cinquanta, quando il traffico automobilistico, sempre più intenso, porta nelle strade delle autentiche opere d’arte su quattro ruote.
La libertà dei costumi è molto più avanzata di quanto non possa apparire in un primo momento: la donna è emancipata fin da ragazza e, in fin dei conti, libera di determinare la propria vita. Di qui l’onere per Allie di doversi scegliere un futuro. Passata la seconda guerra mondiale può convolare a nozze con un giovane e affermato industriale molto innamorato di lei e apprezzato dalla famiglia o volgere lo sguardo ad antiche malinconie.
Non è solo la scelta tra la comodità e la tradizione da una parte e la determinazione testarda ma creativa dall’altro. C’entrano la sfida alle convenzioni, il rapporto con i genitori, la ragione della mente e quella del cuore.
A mettere in dubbio l’happy end, dopo un salto temporale di qualche decennio, non sarà la società, ma la natura. Quando una malattia degenerativa aggredisce Allie, sarà ancora una volta l’amore a fare miracoli più della medicina. Se poi nulla dovesse vincere una sorte ormai segnata, un solo conforto rimarrebbe a lenire le pene di chi ha scelto di essere inseparabile da un’anima gemella: quello di intraprendere insieme anche l’ultimo dei viaggi.
A cura di Lorenzo Lipparini
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