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cultura dell'immagine e della parola

Combinazioni

Combinazioni

Era tanto che non vedevo un film così intrigante.
La pellicola di Aurelio Grimaldi, il regista di Buttane (1994) e Nerolio (1996), pesca non solo nella tradizione erotica d’autore, a partire dai testi di De Sade e di De Laclos, ma anche in quella cultura che, soprattutto dopo la vittoria clericale nella campagna referendaria, ha bisogno di esprimersi, di prendere e di far prendere una boccata d’ossigeno.
Il meraviglioso contesto del genovese Palazzo Rosso che è stato scelto all’ultimo momento, per questioni di costi, è solo la ciliegina sulla torta di un film che ha voglia di affrontare un tema importante, il sesso e i suoi limiti fisici e morali, con ironia e semplicità, senza attardarsi in analisi cerebrali. Anche se il “filosofo” della situazione talvolta annoia, il dialogo è posto al servizio dell’azione.

Bisogna infatti distinguere tra forma e contenuto del linguaggio dei personaggi, tutti altolocati tranne uno, per capire una simile operazione. Spesso forma e contenuto non mirano a prevalere l’una sull’altro. Nel film di Grimaldi, il contenuto serve ad introdurre l’azione, la forma gioca a fare da contrasto, un vocabolario ricercato e prezioso accompagna le scene di sesso. Può sembrare un’operazione facile, e questo può essere vero sul piano del progetto, ma l’epoca nella quale viviamo, quella che se la prende col sesso salvo poi consumare enormi quantità di pornografia, ossia l’erotismo più esplicito privato dello spirito, ha le idee un po’ confuse, e deve essere aiutata a ritrovare la strada giusta in qualsiasi modo.
In uno slogan: il sesso è un fatto bello e naturale.
Messaggio principale: dobbiamo combattere un certo cretinismo religioso di ritorno.
Poi uno può ampliare e ricamare, le vie del sesso sano e felice sono infinite. Infinite le combinazioni: maschio / femmina (o femmina / maschio), femmina / femmina, maschio / maschio, femmina / femmina / maschio, maschio / maschio / femmina, femmina / femmina / femmina, maschio / maschio / maschio, eccetera, e non sto qui a precisare né età, né colore (politico o di pelle), né forma, né specie…
Senza film del genere, erotici e divertenti, vivremmo in un mondo peggiore. Circondati solo dai preti e dai politici bigotti della televisione. Pensate un po’: cinque bei giovani, una gran voglia di infrangere resistenze sessuali vere o presunte, una vergine oggetto di desiderio generale e al posto del palcoscenico un grande letto. È proprio la storia che vorremmo ascoltare: si parte con idee chiare e precise sul da farsi da parte di tutti, dopodiché ognuno subisce almeno in parte il corso degli eventi. Madame de Saint Ange deve condividere il “filosofo” e la vergine con altri. Per non parlare del fratello, Cavalier de Mirvel: deve accettare che a sverginare la ragazza sia un servo. Il giovane, pur fornito di molte doti, accetta di buon grado: dopotutto bisogna fare il bene della vergine. Si tratta di una educazione studiata a tavolino.

Contro il progetto, espressione della cultura illuminista che fa da contesto, la madre vecchia e bigotta della ragazza. L’allegra brigata la riceve nella villa segreta di Madame de Saint Ange. Quanto succede dopo va certamente interpretato come metafora…
Si tratta dell’eterno conflitto tra ragione e fanatismo e il fanatismo, talvolta, diventa la principale vittima di se stesso. Forse però, vedendo il film, a qualcuno potrebbe sorgere un sospetto. Trascinata a forza in una stanza da maschi giovani e focosi, chissà che non ne sia uscita migliorata.
Come si è detto, accade che ognuno di noi viva strane combinazioni.

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