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Il primo volo del pipistrello

Il primo volo del pipistrello

Batman Begins. Come titolo, semplice ed essenziale, dice tutto quello che serve: il protagonista è Batman, e la storia narrata riguarda le origini del cavaliere nero. Origini che in nessuno dei quattro film finora dedicati all’eroe mascherato erano state sondate, al di là di pochi semplici accenni.
Ed è proprio questa lacuna che viene riempita dal regista Christopher Nolan, che dedica i suoi centoquaranta minuti di film al cammino che porta il tormentato Bruce Wayne a vestire i panni dell’uomo pipistrello. L’idea è buona, ma Nolan non si accontenta e fa un passo in più; distogliere, almeno in parte, l’attenzione dallo scontro fra eroi e cattivi e concentrarsi sulla dimensione personale e sul dramma interiore vissuto dal protagonista. Per farla breve, se è vero che il panorama cinematografico attuale ha visto un crescente proliferare di pellicole incentrate su supereroi dei fumetti, è anche vero che Batman Begins si distingue tra tutti per un maggiore taglio psicologico, se non addirittura filosofico. C’è molto di più di una scazzottata col criminale di turno; il vero nemico dell’eroe, in questo film, è una società malata, dominata da disonestà e corruzione. Contro di essa, il cavaliere oscuro si serve in primo luogo dei propri ideali, in una costante oscillazione tra giustizia e vendetta. L’aspetto più affascinante della storia tuttavia è il processo di formazione dell’eroe che, lentamente, viene annullandosi del tutto nel suo oscuro alter-ego, tanto che alla fine ci si chiederà quale dei due, Bruce Wayne o Batman, sia la maschera dell’altro. Un eroe imperfetto, tormentato, squisitamente postmoderno.

L’ambientazione ha un ruolo fondamentale nell’articolazione dei contenuti. Se i monti solitari del Tibet sono lo scenario perfetto per il processo di crescita interiore del protagonista, la città di Gotham City si pone come emblema della corruzione e del degrado, da cui l’eroe è venuto e a cui tornerà come giustiziere. Infatti, i vari flashback che intrecciano la trama mostrano il progressivo dilagare del male, che nasce dalla povertà dei vicoli e si diffonde attraverso i “piani alti” della città, corrompendone i dirigenti. L’uso di cromatismi scuri immerge la storia in un’atmosfera malata, tra il dark e il gotico.
Il montaggio, soprattutto nelle scene d’azione, rappresenta una vera e propria marca stilistica. Le inquadrature si alternano velocemente, confusamente, in modo da impedire la focalizzazione dell’immagine. Il risultato è quello di rendere efficacemente la dinamica dell’azione, in cui l’uomo pipistrello riesce ad avere la meglio su diversi avversari apparendo e scomparendo tra le ombre, servendosi dell’effetto sorpresa.
Perfetta la scelta del cast, che miscela sapientemente il talento dei due giovani protagonisti Christian Bale e Katie Holmes al carisma dei comprimari interpretati da attori “della vecchia guardia” quali Michael Caine, Morgan Freeman, Liam Neeson e Gary Oldman.

Batman Begins è una pellicola di ottimo livello, che potrebbe gettare le basi di un nuovo modo di concepire i film sui supereroi, facendo sembrare irrimediabilmente banale qualsiasi prodotto basato esclusivamente sulla spettacolarità delle sequenze d’azione. Senza dubbio, comunque, una pellicola come Spider-Man 2 (id., Sam Raimi, 2004) trova in Batman Begins l’unico degno contraltare all’interno della categoria.

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