hideout

cultura dell'immagine e della parola

Ricami di sguardi, silenzi e colori

Ricami di sguardi, silenzi e colori

Vincitore della Semaine internationale de la critique del Festival di Cannes 2004, Le ricamatrici è un film tutto al femminile.
Per il titolo, per la storia che racconta, i personaggi che mette in scena, gli stati d’animo che mostra e le emozioni che muove, per il modo con il quale lo fa e per la regia che è di una donna, la regista francese Eléonore Faucher, qui al suo primo lungometraggio.
La storia è quella di una ragazza, Claire (Lola Naymark, Monsieur Ibrahim e i fiori del corano – Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran, François Dupeyron, 2003) che sta per diventare madre malgrado suo e di una donna più anziana, la signora Melikian (Ariane Ascaride, moglie e musa del regista marsigliese Robert Guédiguian) che invece ha appena perso il proprio figlio.
E mostra un’arte e una passione che è tutta femminile: quella del ricamo.
Un passione che fa incontrare, unisce e lega in una profonda solidarietà le due donne grazie alla quale il disagio e l’imbarazzo dell’una e il lutto e il dolore dell’altra si comprenderanno a vicenda.

Un film che racconta la vita in un piccolo paese di campagna attraverso i suoi colori e che sussurra la complessità degli stati d’animo e delle situazioni, privilegiando l’aspetto visivo e giocando soprattutto sui contrasti cromatici e sulla diversità delle due protagoniste.
Colori con contrasti forti, quelli della luce, del tramonto e del verde delle valli del Rodano e poi il semibuio dell’atelier dove è barricata con la sua solitudine la signora Melikian.
La solarità dei tratti di Claire, l’arancio fiammeggiante dei suoi cappelli e il blu cobalto del turbante che glieli tiene raccolti, contro la severità e l’aspetto etereo dell’altra.
Lunghe inquadrature che si soffermano sulla preziosità, la varietà e la ricchezza dei ricami che punto dopo punto si disvelano.
E il religioso silenzio della concentrazione delle ricamatrici è scandito solo dal ritmo intermittente della macchina da cucire, dal bisbiglìo del filo di seta che passa, il puntiglio dell’ago che trafora le stoffe e dal fruscio delle perline e degli ornamenti da attaccare.

Un piccolo film delicato e ben curato, che ritrae con grazia e sensibilità due donne, ognuna colta davanti a un momento particolare della vita e ognuna chiusa in se stessa e nelle proprie difficoltà.
Che mostra l’amore, la pazienza e la precisione che ci vogliono nel compiere il mestiere del ricamo e la soddisfazione e la gioia che si provano ad abito confezionato.
Ma soprattutto che descrive un incontro salvifico. Una conoscenza reciproca che aiuterà le due protagoniste: Claire ad affrontare la vita e madame Melikian a riaprirsi a essa.
Le ricamatrici è una storia di amicizia, comprensione e complicità fatta più di sguardi, piccoli gesti e silenzi che di parole e grandi prove.
Uno sguardo sul sottile e delicato filo degli affetti e dei rapporti umani. Che si tessono, cuciono e arricchiscono giorno dopo giorno proprio come si ricama, impreziosisce e adorna una stoffa.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»