Intervista ad Anthony Daniels – C-3PO
Abbiamo incontrato l’attore Anthony Daniels, al secolo C-3PO, in Italia per il lancio di Guerre Stellari, Episodio III – La vendetta dei Sith. Daniels che rappresenta idealmente l’intero cast che in 28 anni ha lavorato sul set con George Lucas può vantare il singolare primato di essere l’unico attore ad aver partecipato alle riprese tutti i sei film che compongono la saga di Guerre Stellari, anche se per indossare il famoso costume dorato impiegava ben due ore nel reparto make-up.
Come è entrato nel cast di Guerre Stellari?
In realtà non era mio interesse di diventare un robot per un film di fantascienza. Anzi, la fantascienza stessa non mi interessava. La svolta è stata l’incontro con Lucas, una persona fortemente carismatica, che ha influito molto sulla mia vita professionale. Per essere sincero la cosa che mi ha convinto, oltre le parole del regista, è stata una raffigurazione del mio personaggio, quasi un quadro, che mi ha fatto capire come il ruolo di C-3PO non sarebbe stato solo quello di un Droide ma di un vero e proprio protagonista di una saga spaziale che avrebbe lasciato il segno.
Recitare dietro una maschera non la sminuisce?
In realtà anche in molto teatro della commedia gli attori recitano dietro una maschera. Il volto coperto permette all’attore di incentrare il proprio lavoro sul corpo, di esprimere i propri pensieri e stati d’animo attraverso gesti e movimenti. Far comunicare un robot attraverso la sua gestualità è stata un’impresa entusiasmante.
Quale ricordo le è più caro dei sei film che compongono la saga?
Innanzitutto sono orgoglioso di essere l’unico attore che ha lavorato con Lucas per tutti i sei film della Saga. Sebbene alcuni personaggi ritornino in tutti i film, l’esigenza cinematografica ha richiesto che lo stesso ruolo sia recitato da attori differenti, Anakin su tutti. Ciò che mi rende maggiormente felice è che 28 anni dopo aver recitato la prima battuta del primo episodio (Guerre stellari – Una nuova speranza) oggi posso dire che una mia battuta chiude l’ultimo film della saga (La vendetta dei Sith, al cinema da 20 di Maggio, n.d.r.). Non vi toglierò la sorpresa e lascerò che il pubblico scopra solo in sala quali saranno le parole che chiuderanno definitivamente la saga.
L’Episodio III sancisce la chiusura definitiva di Guerre Stellari?
In effetti Lucas aveva ideato la saga pensando a tre trilogie, ma ora si è convinto che con La vendetta dei Sith la saga di Anakin Skywalker era stata sviscerata nella sua interezza e che quindi non c’è più nulla da raccontare. Il pubblico si renderà conto in sala di come con questo film si completi un ciclo, svelando i retroscena che hanno portato Anakin verso il lato Oscuro della forza, in un percorso di perdizione che è all’opposto di quello di redenzione che avviene nella prima trilogia.
In America La vendetta dei Sith è stato accusato di essere molto violento, che ne pensa?
In effetti questo film è decisamente più cruento rispetto alle altre cinque pellicole. É un film più “oscuro”, in cui si percepisce che anche nel mondo di Guerre Stellari esiste la violenza. Dopotutto l’elemento centrale della saga è il cammino anche porta verso il lato oscuro della forza, il male che sempre appare più seducente del bene. [img4]Anakin perde l’innocenza per colpa di qualcun altro, viene corrotto nell’animo e questo si rifletterà sulle vite di tutti i protagonisti.
Quanto è diverso lavorare oggi con gli effetti digitali, rispetto agli effetti speciali di trent’anni fa, molto più artigianali?
Il risultato è meraviglioso, non avrei mai immaginato che si potesse raggiungere un tale livello. Come attore invece il lavoro diventa straniante, entrare in uno studio completamente dipinto di blu sapendo che il computer potrà trasformare quel colore in qualsiasi cosa fa un effetto indescrivibile, sembra di essere in un limbo, un luogo dove non ci di rende conto di dove ci si trova.
A cura di Carlo Prevosti
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