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Al di là della politica

Al di là della politica

Raccontare una persona, innanzitutto. È questo l’obiettivo che Gianluca Arcopinto, produttore indipendente e regista, si è posto girando Nichi, documentario incentrato sulla figura di Nichi Vendola, neo presidente della Regione Puglia.
L’angolazione nella quale Arcopinto si colloca per dipingere il ritratto di Vendola gli permette di non rimanere incastrato in una visione puramente politica del protagonista e, grazie a un lavoro molto essenziale, di raccontare la figura di Nichi in modo completo. Perfino la selezione dei momenti politicamente rilevanti nella carriera di Vendola, infatti, è volta a presentare allo spettatore il volto meno ufficiale di quest’ultimo.

Il neo presidente pugliese è certamente uno dei personaggi politici più atipici del panorama italiano, e tale atipicità si riflette inevitabilmente anche all’interno di Nichi, nel quale il volto della persona e quello del personaggio convivono pacificamente. Tra questi due soggetti, infatti, non si crea attrito, ma una sorta di involontario interscambio. Capita così che durante i comizi e nei momenti in cui dovrebbero essere protagonisti il personaggio e il volto politico di Vendola, emerga invece l’aspetto più autentico della sua personalità. Di contro, in alcuni passaggi dell’intervista che dovrebbero rappresentare la via più diretta per arrivare a comprendere la persona, ci si trova di fronte a un’immagine del politico un po’ più costruita e calibrata.
Inserti in bianco e nero, in cui sono ritratti i funerali di Pierpaolo Pasolini o i comizi di Enrico Berlinguer, intermezzano l’intervista, creando un ideale collegamento con i principi politici ed etici enunciati del presidente pugliese. Possiamo così rivedere l’ex presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini che legge davanti alla stampa la lettera di un anziano signore a cui non basta la pensione per sopravvivere, e Alberto Moravia che, durante il funerale del suo amico Pasolini, definisce quest’ultimo “poeta contro la storia”. Da questi presupposti ideologico – culturali si parte per ricostruire il mondo di Vendola, un mondo in cui sono prioritarie la lotta alla “Puglia del dolore e della precarietà”, e la necessità di dare voce a una terra del Sud che, a detta dell’esponente di Rifondazione Comunista, deve cercare il suo futuro nel suo passato e nella forza che scaturisce dal binomio terra – mare.

Nel documentario è lo stesso Nichi, il politico che si riconosce “colpevole del reato di sognare”, a ricordare i momenti più importanti della sua vita, da quello della lotta al fianco dei lavoratori della fabbrica di Melfi, a quello dell’incontro con la sua guida spirituale Don Tonino Bello, fino al più recente impegno della campagna elettorale durante la quale Vendola è ripreso tra la gente pugliese e nella casa dei genitori.
La retorica sulla quale si reggono le oratorie dei candidati politici e che inevitabilmente è propria anche dei discorsi di Vendola non è l’unica protagonista di questi ultimi, in cui trovano spazio anche momenti profondi. È qui che lo sguardo di Arcopinto si fa più acuto, riuscendo, così, a catturare la voce di una persona che ama la sua terra, e che vorrebbe garantire a questa delle prospettive più rassicuranti. Il cinema indipendente regala, in tal modo, un lavoro sobrio, senza tanti fronzoli, che riesce a non rimanere intrappolato nella logica della retorica propagandistica e a costruire una prospettiva più umana e meno “politica” da cui guardare un politico.

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