Attenzione: “Chiamata (in)attesa”
Kim Basinger torna sul grande schermo con un action movie che però non rende giustizia alla sua bravura. Ebbene si, perché l’ex signora Baldwin è diventata una attrice vera che, malgrado la partecipazione a questo filmetto senz’arte né parte, dimostra di essere in grado di emozionare a prima vista e senza molte parole.
Passo da granchio anche per il regista David R. Ellis, che aveva convinto con il precedente Final Destination II (id., 2003) riuscendo a riprendere il primo teen movie fondato sulla predizione e elaborandolo in maniera estremamente accattivante. Se eravate quindi, come noi, fra coloro che ne erano rimasti favorevolmente impressionati, dimenticatevi di questo, ennesimo, thriller telefonico ben poco originale anche nella scelta della fonte di comunicazione fra eroe e vittima, che segue i precedenti di In linea con l’assassino (Phone Booth, Joel Shumacher, 2002), Phone (id., Ahn Byung – Ki, 2002) e The Call – Non rispondere (Chakushin Ari, Takashi Miike, 2003), questi ultimi di pura matrice asiatica.
Un film che crediamo sarà velocemente archiviato come “non pervenuto causa mancanza di trama”. Un soggetto e una sceneggiatura davvero poco originali. Un ruolo, come quello dell’agente Mooney, prossimo al congedo a causa delle pressioni della moglie che ricorda da vicino l’analoga figura di Robert Duvall in Un giorno di ordinaria Follia (Falling Down, Joel Schumacher, 1993): entrambi derisi dai colleghi, entrambi vincenti a fine pellicola.
Chris Evans, che pare il Paul Walker di Fast and Furious (The Fast and The Furious, Rob Cohen, 2001), mette al servizio di questa pellicola i suoi muscoli, che fanno bella mostra in un prologo girato lungo la splendida Walk Line di Santa Monica. Aggiungendo a questa fisicità, che potrebbe non guastare alla sua carriera, anche una naturale simpatia, che andrà però rivista in pellicole di ben altro spessore, in cui il ragazzo potrà dare sfoggio non solo dei bicipiti e della bravura nella corsa.
Ultime note per un cast cui si aggiunge anche il valido caratterista William H. Macy nel ruolo di Mooney. Macy, impiegato dal regista Paul T. Anderson sia in Magnolia (id., 1999) che in Boogie Nights – L’altra Hollywood (Boogie Nights, 1997), è l’unico assieme alla Basinger a dimostrare qualcosa di più di una semplice recitazione fondata sul corri & spara, decisamente ben più degni di un videogame come Doom.
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