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I belli di Maria al cinema

I belli di Maria al cinema

Solo il fervore e l’attrazione delle adolescenti per i loro due beniamini televisivi Costantino e Daniele possono spingere ad andare a vedere Troppo belli.
Oppure solo la curiosità di saggiare con i nostri occhi cosa i due belli di Maria siano riusciti a combinare sul grande schermo e se quello che tutti, anche senza averlo visto, si premurano di definire film spazzatura e inguardabile, lo sia davvero.
Troppo facile e comodo liquidarlo così.
E’ come sparare sulla croce rossa.
Già dal titolo, Troppo belli, e dal trailer dove i due inseparabili tamarri ammiccano «Stiamo arrivando», il film non promette niente di buono.
Non ci vuole grande lungimiranza per capire che di certo non può trattarsi di un capolavoro.

Basti sapere che l’idea del film è di Maurizio Costanzo, che oltre ai due protagonisti, grandi attori, Costa e Daniele, gli altri interpreti sono le loro ragazze di Uomini e donne Alessandra Pierella e Chiara Tomaselli. Basti scoprire che ci sono anche l’ex velina Fanny Cadeo e l’ex ragazzo della 3° C Fabio Ferrari e che le musiche sono di Gigi d’Alessio e le canzoni di Anna Tatangelo.
Ma se ci si avvicina a Troppo belli senza pretese, totalmente disillusi, privi di qualsiasi aspettativa, con spirito indulgente e pronti a tutto, lo si può anche vedere.
E in quest’anno di revival e riscosperta dei B-movies italiani anni settanta e ottanta che stanno avendo tanto clamore e seguito, Troppo belli cade a fagiuolo e si pone sulla loro linea di continuità. In quegli anni erano le bellone Lory del Santo, Edwige Fenech, Lilli Carati e Gloria Guida a essere spogliate sullo schermo, spiate e desiderate, ora sono i corpi muscolosi, tatuati e depilati di Costa e Daniele a venire pedinati ed esplorati dalla macchina da presa mentre sono in palestra o sotto la doccia.

Trovata commerciale di bassa fattura, inanellata di luoghi comuni: dai poveri ma belli Costa e Daniele che dopo mille sacrifici e fregature ce la fanno, al solito manager imbroglione (Ernesto Mahieux, il nano de L’imbalsamatore – Matteo Garrone, 2002) al brutto anatroccolo, sua figlia, che tolti gli occhiali, strappati i baffi, messi i tacchi si trasforma in un cigno e fa breccia nel cuore del mito del quartiere Costantino.
Operazione che vale quel che vale e che infatti, distribuito in 370 copie, sta andando, per il dispiacere della ditta Costanzo, malissimo tanto da essere già stato ritirato da molte sale.
Per fortuna era costato solo due milioni di euro e non si era speso più di molto tempo per la sua realizzazione: infatti è stato scritto in tre settimane, preparato in due e girato in cinque. Ci tiene a specificare il regista Ugo Fabrizio Giordani: «E’ un istant movie. Costantino e Daniele si sono divertiti a girare. Al contario di tanti attori, che all’inizio della loro carriera sono stati doppiati, Costa e Daniele recitano con la loro voce. Tecnicamente si vede che non sono ancora due attori provetti, ma sono veri».
Vedremo cosa sapranno fare la prossima volta, sempre che ce ne sia un’altra visto il successo di questa…

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