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Ma chi è ‘sto Valerio Millefoglie?

Ma chi è ‘sto Valerio Millefoglie?

«E quella notte capii che c’era chi voleva diventare pompiere, che c’era chi voleva diventare medico. Io, volevo diventare superstar». Valerio Millefoglie
Manuale per diventare Valerio Millefoglie, di Valerio Millefoglie, è un bildungsroman pop con tanto di packaging a dir poco perfetto.

Millefoglie dà il meglio di sé nella prima parte del romanzo, quella in cui racconta come, da bambino, decise che sarebbe diventato qualcuno, senza mirare neppure troppo in altro, visto che si sarebbe accontentato di «diventare Mirko dei Bee Hive». Riuscendo a ricreare un mondo dominato da una purezza infantile lucida e feroce. Suggestioni di un Tricarico che fu, a tratti, ma anche – rimanendo nell’ambito della narrativa italiana – di un certo Nove e, in misura minore, di un certo Ammaniti.

Il romanzo procede, poi, per una sorta di tecnica di accumulazione, caratterizzata da fasi alterne, da momenti più o meno riusciti. Districandosi agilmente e con equilibrio tra lirismo puro (che, però, a volte rischia di sfociare nella retorica) e ironia quasi spietata (che colpisce sempre nel segno) capace di farsi, al momento opportuno, autoironia disincantata, divertita e divertente.

Le trovate migliori sono, probabilmente, quella di Torsolo di Mela, la collaborazione con Matteo B. Bianchi (membro, insieme a Millefoglie, del Dinamico Duo) in Diventa Batman, Diventa Catwoman, ma soprattutto Diventa Willy Wonka che, sulla base del principio della mimesi deformante, ci regala una versione assimilata e poi espulsa, quasi sputata, demiurgicamente alterata, di un classico, con calzini iper-colorati e iper-accessoriati (la fabbrica di Valerio Wonka Millefoglie, infatti, è quella di Calzedonia) che si sostituiscono ai prosaici dolciumi di Gene Wilder.

Un bel libro, dunque, con tanto di packaging (come si diceva prima): una copertina ammiccante (chi riuscirebbe a resistere al richiamo di “Indovina chi?”), una quarta, nonostante l’apparenza, tutt’altro che politically correct, una nota biografica degna dell’ufficio stampa di un comitato elettorale, e tante piccole chicche (sparse con maestria, qua e là, a mo’ di indizi diabolicamente fuorvianti) come il riferimento a un titolo originale (How to become Hélène Green) e la citazione del traduttore (Matteo Colombo).

E anche se «siamo tutti stelle e non abbiamo bisogno di nessuna bandiera da sventolare», questo Manuale per diventare Valerio Millefoglie potrebbe essere utile – molto utile – per tutti quelli che credono che l’unica strada percorribile, per diventare qualcuno, sia il Grande Fratello.

L’autore. Difficile distinguere tra leggenda e realtà. Quello che è certo è che Valerio Millefoglie scrive su “Linus” e ha fondato con Matteo B. Bianchi il Dinamico Duo, il cui primo risultato è Scontrini. Racconti in forma di acquisto (Baldini Castoldi Dalai editore). Il suo delirante sito ufficiale è http://www.valeriomillefoglie.com e all’indirizzo http://notasuperstardj.splinder.com trovate il suo – non meno delirante – blog.

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