Bravo ma Basta Film Festival
Alle ore 12.07 del 15 aprile 2005 è fissato il termine per la consegna dei cortometraggi che intendono partecipare alla prima edizione del Bravo ma Basta Film Festival.
L’evento, ideato dalla Losy’s Fan Video e dagli gli Sbocco Studios, si preannuncia come una adrenalinica, appassionante e tostissima concorrenza ai numerosi Film Festival milanesi, più o meno internazionali e più o meno ingessati.
Dal 13 al 15 maggio il circolo ARCI Matatu di Milano si trasformerà in una succursale dell’Ortomercato dove i più coraggiosi film maker, rigorosamente trash, metteranno alla prova i loro riflessi nel tentativo di schivare i pomodori e le altre verdure scagliate loro addosso. E’ il temibile “giudizio del Pomodoro” che stabilirà il vero vincitore della rassegna.
La stampa è già in subbuglio ed Hideout, per prima, ha ottenuto di poter incontrare in esclusiva i due organizzatori: Giovanni Eccher e Gaia Bracco.
A che punto è la raccoltadei corti?
G.E. : abbiamo già ricevuto più di 20 lavori ma non ho avuto il tempo di gardarli tutti. Per ora niente scene disgustose o particolarmente spinte.
G.B. : Effettivamente ci saremmo aspettati di ricevere anche materiale al limite della pornografia o con bestemmie anche inedite ma finora non c’è niente di tutto questo.
G.E. : L’impressione è che chi spedisce i propri lavori li abbia preparati appositamente con l’idea di partecipare a dei festival. Chi ha in casa del materiale girato per puro divertimento, simpatico anche se a costo zero, non pensa che sia esattamente quello stiamo cercando. Non sono probabilmente a conoscenza del nostro festival e se lo conoscono credono di non essere all’altezza, sbagliando.
Alcuni autori li abbiamo dovuti scovare via internet.
Avete avuto dei problemi per il fatto che organizzate un festival trash?
G.B. : Tutto sommato no, anche se avevamo paura delle censure che avrebbero potuto imporci. La cosa più difficile è stato trovare un locale disposto a farci lanciare i pomodori sui registi, senza protestare. Al Matatu hanno accettato, non è un problema se sporchiamo un po’ ingiro.
G.E. : Alcuni registi, raggiunti dal nostro bando, ci hanno fatto un sacco di storie: non tutti hanno capito lo sprito di Bravo Ma Basta e hanno pensato che fosse un tentativo di ridicolizzare dei film solamente perché sono a basso costo, per ridere di loro. Noi invece cerchiamo film divertenti prodotti in casa: possono anche essere seri, anche se io non ho mai visto un prodotto a basso costo serio, credo per una questione di mezzi.
Molti film Trash vengono prodotti con meno di 50 euro. Quanto costa realizzare un festival per poterli proiettare?
G.B. : In realtà molto poco, non stiamo praticamente maneggiando soldi e tutto si basa sul lavoro volontario di 4 o 5 di noi. Coordinarci è un casino ma il divertimento assicurato, come sul set di un film demenziale.
G.E. : La spesa più grande sarà ospitare Zora Kerova, che ha accettato di fare parte della Giuria insieme ad Antonio Rezza, Sergio Ferrentino, Fabio Zanello ed Elisa Grando.
C’è poi il costo dei pomodori, per questo ci stiamo rivolgendo a degli sponsor, penso ad una grande catena di supermercati che voglia farsi pubblicità o ad un ortolano benevolo che ci faccia un regalo.
G.B. : Sì ci hanno vietato i pomodori Perini perché fanno male e i Pachino non avrebbero senso, se non in una cerbottana… Useremo i pomodori Bue, grossi, li lascieremo fuori per qualche giorno per portarli alla condizione ottimale.
Si vince qualcosa al BMB?
G.E. : La gloria! Tenteremo di renderla tangibile. In realtà molte cose del festival sono ancora da definire, come i premi. Di sicuro c’è la logistica e il fatto che l’evento si farà. Per i premi invece la cosa più importante in assoluto sarà il giudizio del pubblico, perché il più meritevole sarà chi avrà avuto il coraggio di sfidare gli spettatori. Pensavo poi che sarebbe bello assegnare un premio per ogni giurato. L’importante è che sia qualcosa di motivato e di personale, ogni giurato potrebbe addirittura procurarsi il premio per il proprio preferito, si vedrà.
Ci sarà una seconda edizione?
G.E. : Lo spero, soprattutto se avremo le file fuori dal locale. Se milioni di spettatori lo richiedessero, l’anno prossimo protremmo essere costretti a trasferirci al Palavobis o al Forum, magari con la collaborazione del Comune.
G.B. : E’ vero, già adesso abbiamo ottenuto una grande visibilità: siamo stati ripresi dall’Ansa, Cinecittà, Coming Soon, Film maker Magazine e adesso anche Ciak. Durante il festival filmeremo tutto il back stage e l’anno prossimo potrebbe già essere materiale di culto. Roba da autoadesivi stile “Number 0, I was there”!
A cura di Lorenzo Lipparini
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