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Sorprendentemente Salemme

Sorprendentemente Salemme

Le origini
Inaspettato. Questo è l’aggettivo più adatto per descrivere l’ultimo film di Vincenzo Salemme. L’opera è ispirata all’omonimo spettacolo teatrale dello stesso regista, molto ben accolto dalla critica e campione di incassi nella stagione 2002/2003; la pellicola si distacca dall’originale solo in minima parte, per alcuni cambiamenti dovuti al diverso linguaggio cinematografico.

Cinema o teatro?
Le radici di questa tragicommedia sono ben riconoscibili all’interno della pellicola, soprattutto nella composizione della scena: attori tutti posizionati sulla stessa linea rispetto alla macchina da presa, quasi fossero ancora su di un palcoscenico; assenza totale dell’alternanza di campo e controcampo, sempre per mantenere la totalità dell’azione all’interno di una sola inquadratura; uso massiccio di carrellate e piani-sequenza, che permettono allo spettatore di seguire lo svolgimento della vicenda senza stacchi o interruzioni riconducibili a un uso invasivo del montaggio. Il risultato è quantomeno singolare, poiché pare davvero di assistere a una rappresentazione teatrale: espediente che permette, oltre a una notevole diminuzione dei costi di produzione, fatto sempre gradito ai produttori di pellicole italiane, anche di sfruttare al meglio il bagaglio recitativo di un cast pressoché inalterato rispetto allo spettacolo originario. In questo modo, l’affiatamento tra i vari attori, tanto bene oliato nel corso delle numerose repliche teatrali, viene riproposto intatto anche nella trasposizione cinematografica, in particolare nelle iperboliche gag comiche che vedono protagonisti Salemme e Casagrande.

Ridere e riflettere
La sorpresa maggiore ci viene riservata a livello di sceneggiatura: nel corso del film, infatti, assistiamo a una successione continua di momenti comici e momenti drammatici: l’effetto finale è un dipinto grottesco della società in cui viviamo; un affresco niente affatto superficiale, che attraverso il riso guida lo spettatore verso una riflessione amara e disincantata delle contraddizioni del nostro sistema politico e sociale. Le aspettative di chi si avvicina a un autore prevalentemente comico come Salemme potrebbero venire ribaltate, ma una volta tanto l’aver lasciato la strada vecchia per la nuova ha portato la poetica del regista a un livello inaspettatamente superiore alla media.
Complimenti.

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