Edonismo in salsa pop
New York si risveglia dai postumi dell’11 Settembre con la sensazione che tutto sia stato un brutto sogno. La grande Mela torna a essere popolata di uomini in giacca e cravatta sempre di corsa, di donne bellissime insoddisfatte delle poche attenzioni offerte dai loro uomini in carriera e da giovani virgulti come Alfie disposti a offrirsi come surrogato di ciò che la vita vera dovrebbe essere.
Alfie è un don Giovanni degno di Mozart, fiero della propria meschinità, pronto ad adulare qualsiasi donna che possa prestargli un favore (sessuale, ma anche casalingo come nel caso di un’attempata vicina di casa) senza il minimo ritegno. Alfie è il prototipo di quegli uomini di cui le donne non possono fare a meno, a un primo approccio, ma che poi creano una sensazione di repulsione per il genere maschile in toto. Alfie è repellente per chiunque abbia un minimo di morale e di amor proprio. Alfie è anche estremamente seducente, sicuro di sé (anche se solo in superficie). Con fare attraente, come se fosse una scelta usuale al cinema, rivolge il suo sguardo magnetico in macchina, come per rivolgersi direttamente a uomini e donne in sala, parlando a ciascuno direttamente. Difficilmente, credo, il pubblico femminile non ha tutte le ragioni per chiedersi dove si trovano delle persone come Alfie, mentre quello maschile non si augura di poter agire e parlare a una donna come Alfie, anche solo per una volta nella vita.
Ma non tutto è rose e fiori, e ben presto Alfie svela la sua vera natura, si toglie la maschera e cala il sipario sull’uomo perfetto. La storia è sempre la stessa, l’incapacità di assumersi le responsabilità delle proprie azioni e l’immaturità dei sentimenti saranno causa di molti dispiaceri e, logicamente, anche dello stesso male che per contrappasso colpirà Alfie. Per un seduttore come lui, la punizione più grande sarà la solitudine e la sensazione di essere completamente inutile.
Alfie è girato con uno stile capace di fondere il Glam con il Pop, gli anni ’80 con il nuovo millennio, il cinema classico con Mtv. Alfie è patinato come una pubblicità di una griffe di moda, è ritmato come un videoclip ma risulta per quello che è: un film incentrato completamente sul carisma del suo protagonista, Jude Law, bravissimo a concentrare su di sé gli sguardi, ma che non offre molto di più dell’edonismo che viene profuso con abbondante generosità.
A cura di Carlo Prevosti
in sala ::