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Quei bravi pesciotti

Quei bravi pesciotti

Il termine di paragone per Shark Tale è ovviamente Alla ricerca di Nemo (Finding Nemo, Andrew Stanton e Lee Unkrich, 2003) del(l’ex) binomio Disney/Pixar. Sebbene le similitudini presenti nelle due pellicole possano essere limitate esclusivamente alla scelta di un oceano tropicale come ambientazione, un confronto fra i due titoli può essere illuminante per comprenderne gli aspetti più interessanti.

Le differenze che appaiono più evidenti sono legate alla struttura narrativa, che risulta diametralmente opposta nei due film. La sceneggiatura di Nemo è basata sul topos narrativo di separazione/ricongiungimento tra padre e figlio, in un accumulo di situazioni comiche e drammatiche che succedono con lo svolgersi della vicenda. Una vicenda estremamente semplice trattata in modo esemplare, che dà vita a un piccolo girello sottomarino. Shark Tale è invece un film di animazione che punta ad un pubblico più adulto, scegliendo di allontanarsi dalle immagini foto-realistiche della barriera corallina, per puntare a un mondo antropomorfo dove i comportamenti umani sono evidenziati dalla guizzante corporeità degli animali marini. La sceneggiatura è assai complessa, intessuta di sottotrame parallele che si intrecciano (la diversità dello squalo Lenny, la ricerca di notorietà di Oscar, la vicenda amorosa tra Oscar, Angie e la procace Lola) e infarcita di citazioni e rimandi più o meno espliciti a classici del genere di gangster (ma anche a film “acquatici” come Titanic – id., James Cameron, 1997 – e Lo squaloJaws, Steven Spielberg, 1975).

La parodia dei classici del cinema di gangster è travolgente soprattutto per la capacità di declinare in chiave “marina” gli elementi tipici del comportamento dei protagonisti. Per citarne uno irresistibile è l’idea narrativa di descrivere la “diversità” dello squalo Lenny (doppiato in italiano da Luca Laurenti), figlio del Boss Don Lino, che metaforizza una vaga allusione di omosessualità con il suo essere vegetariano e di animo buono.

L’attualizzazione di Shark Tale è proprio un elemento contrastante che può esserne un punto di forza ma anche una debolezza strutturale. Bisognerebbe chiedersi quanto siano divertenti le meduse che si battono cinque coi tentacoli, che parlano come dei rapper (doppiati dal duo comico dei Pali e Dispari) e che giocano con la Playstation… ma dopottutto il videogioco (rigorosamente multipiattaforma) è già disponibile nei negozi! Potenza (sottomarina) del marketing globale!

In definitiva, sebbene estremamente divertente e tecnicamente ben fatto, Shark Tale non è certo una pietra miliare del cinema di animazione (come lo erano Shrek – id., Andrew Adamson e Vicky Jenson, 2001 – e Monster & Co.Monsters, Inc., Peter Docter, David Silverman e Lee Unkrich, 2001) ma risulta un ottimo prodotto di intrattenimento.

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