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La sfida finale

La sfida finale

Fonte: minimumfax.com
«Dato un terreno di gioco equilibrato – chi vincerebbe in un combattimento fra un Orso e uno Squalo?» Questa è la domanda che attanaglia l’America, nella vicenda di Orso contro Squalo.
La famiglia Norman, grazie al figlioletto Curtis, ha vinto i biglietti per assistere all’incontro più eccezionale del mondo e così comincia il viaggio, attraverso un paese mass-mediatico di un futuro molto prossimo. Riusciranno i nostri eroi postmoderni a raggiungere incolumi il tempio del divertimento? Destreggiandosi tra le subdole lusinghe delle sette, le quotidiane sparatorie ai supermarket e le alterne minacce di attacchi terroristici ed esplosioni?

In questo romanzo satirico on the road Bachelder dispiega una critica ironica e pungente alla società americana, attorno a un quesito gigante: che cos’è la realtà? La distinzione tra realtà e finzione non è più il dilemma autoreferenziale della scrittura, ma investe il piano extra-letterario della vita in un’epoca della nostra civiltà dominata da un incessante flusso mediatico.

In questo contesto la televisione ha assunto per la comunità americana un carattere di divinità, essendo diventata onnipotente, onnipresente ed immortale: «La Televisione divenne, a poco a poco, indistinta [...] La Tv s’impigliò nelle nostre vite, e non ci fu più verso di districarla. Le nostre vite, che vanno in onda senza sosta (finché non si spengono). Una vita non la si può accendere e spegnere, accendere e spegnere. E lo stesso vale per la Tv, che alla vita è inscindibilmente legata. Anche potendo, uno non vorrebbe (e non potrebbe) spegnerla. E comunque non lo si potrebbe fare perché manca il pulsante di spegnimento….»

La Tv è il simbolo forte del consumismo e di una società ipersatura d’informazione, in cui si abusa della tecnologia, in cui gli uomini credono che la finzione mediatica sia più reale della realtà, visto che è diventata molto più sconvolgente e interessante di una vita vissuta in bianco e nero, arida di sensazioni e sentimenti.
Anche la storia dei Norman è indissolubilmente legata alla Tv, che non solo parla con loro e li guida, ma li rinchiude, in una sorta di incosciente reality show: un gioco di specchi, di schermi, che riflettono immagini dentro immagini sfumando i contorni e le certezze del reale.

Una struttura frammentata in piccoli sketch, brevi scenette di una comicità assicurata: il narratore principale cede la parola alla Tv che propone news e approfondimenti dal mondo in quattro minuti, processi ad una torta e previsioni del tempo dal punto di vista del tempo. Una parodia sperimentale e intelligente del mondo dei media e dell’entertainement, un gioco postmoderno a cui il lettore rimane avvinto cadendo nelle trappole di una scrittura che sollecita continuamente la sua partecipazione attiva alla ricostruzione del “senso”, con quiz e rimandi interni, pubblicità fittizie e autocitazioni, un indice analitico nel bel mezzo della trama.
Che altro potrei aggiungere? Un libro da leggere: accendete la vecchia lampada sul vostro comodino e spegnete la televisione!

Chi è l’autore?
Chris Bachelder vive in Virginia dove insegna letteratura inglese in un college. Con questo suo libro d’esordio si è già meritato paragoni importanti con Don DeLillo o Aldous Huxley.

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