L’occupazione dell’anima
Il primo lungometraggio di Saverio Costanzo non cede al minimalismo imperante nel cinema italiano e prova a confrontarsi con sensibilità e rispetto con il difficile tema del conflitto israelo-palestinese. Ispirato ad un fatto realmente accaduto, Private muove da una piccola storia per affrontare con lucidità argomenti come l’ottusità della guerra e il confronto tra culture. «L’occupazione della mente e dell’anima» è più devastante di quella della propria casa e genera sentimenti contrapposti di orgoglio, rabbia, stanchezza e umiliazione. «Essere un rifugiato significa non esistere. Se fuggiamo adesso fuggiremo per sempre» dice con una dignità commovente la voce calda del padre (Mohammad Bacri). Colpisce al cuore e alle viscere il riuscito contrasto tra l’assoluta linearità della sceneggiatura e l’estrema mobilità della mdp che guidata da una frenesia creativa si posa sempre sul particolare giusto. La fotografia sgranata delle riprese in digitale genera immagini misteriose e affascinanti grazie ad un talento visivo paragonabile, pur nella netta diversità di temi e stile, a quello offerto da Michael Mann in Collateral (id., 2004). La sagoma notturna della casa nera stagliata nel cielo, tra René Magritte e Psycho (id., Alfred Hitchcock, 1960), annuncia ciclicamente il terribile arrivo dell’ennesima tormentata notte di convivenza forzata.
Oltre la recitazione
Un regista italiano e un eccellente cast di attori palestinesi ed israeliani che si sono messi in gioco accettando “di prendere parte ad un medesimo progetto. Una volontà di coesistenza e di cambiamento” e di trascorrere insieme mesi di incomprensioni e riavvicinamenti. Una recitazione bersagliata dagli “schiaffi” della mdp che con rara intensità ha rubato ogni angolazione delle emozioni come nelle ampie panoramiche notturne all’interno dell’abitazione che inquadrano per un istante i corpi dei familiari stretti tra paura e affetto. Le scene del piano di sopra “proibito” aggiungono suspence al dramma, il “cinemascope rovesciato” con cui la ragazza spia i soldati dall’armadio suggerisce nella curiosità un possibile ponte tra le culture. La favola raccontata al bambino, che ricorda per un momento La vita è bella (Roberto Benigni, 1997) rende più umani i soldati, tutto sembra con fatica trovare un senso quando l’implacabile circolarità della storia prolunga l’angoscia oltre il finale. L’occhio del documentarista Costanzo segue con rigore un approccio anti-intellettuale costruendo una docu-fiction tesa senza pregiudizi alla ricerca di ogni indizio di umanità. Lontano dalle inchieste d’assalto alla Michael Moore, l’autore non si accontenta di una tesi ma sperimenta la complessità.
Curiosità
Private ha vinto il Pardo d’oro, il premio ecumenico della giuria e quello per il miglior attore protagonista alla 57a edizione del Festival di Locarno.
Saverio Costanzo, sociologo e documentarista RAI, ha scritto la sceneggiatura anche con la sorella Camilla ed è figlio di Maurizio noto giornalista tv.
Il film è stato girato a Riace in provincia di Reggio Calabria e la montatrice del film, Francesca Calvelli, è la stessa di No Man’s land (id., Danis Tanovic, 2001).
A cura di Raffaele Elia
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