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Piccola America deragliata

Piccola America deragliata


David è un bambinetto che vive nella South America negli anni quaranta, in un piccolo paese bigotto in cui qualsiasi novità viene vista con sospetto e timore. La sua dolce infanzia procede nella monotonia delle passeggiate con zia Mae e le serate in casa ad ascoltare la radio; ma appena David entrerà a far parte della società iniziando a frequentare la scuola, gli eventi lo travolgeranno e lo costringeranno a fuggire su un treno verso l’ignoto.
Dopo aver perso il padre partito per la guerra in Italia e mai più tornato, con una madre impazzita a causa del dolore, a David rimane solamente zia Mae, ex cantante di night club. La zia, con cui trascorre tutta l’infanzia giocando e passeggiando, è la sua unica amica e lo protegge dall’oppressione della castrante società. Quando,attirata dalla promessa di un futuro da cantante professionista, si trasferisce a Nashville, David si troverà di fronte a una durissima realtà e avrà un’unica alternativa: fuggire lontano dall’“oasi” della Bibbia al neon.

L’opera di Toole critica aspramente la dottrina della Chiesa americana, ostile al progresso e intenta esclusivamente al business religioso. Il vero demonio della storia è il pastore, un dittatore che governa il paesino sfruttando la paura della gente, la quale vede in lui la personificazione delle minacce divine. L’insegna luminosa della sua Chiesa domina l’intera vallata, unica presenza inquietante nelle notti buie. Chi non devolve offerte alla luce al neon della Chiesa, sarà perseguitato dal castigatore con la tunica. Tutti in città temono le sue terribili punizioni e, ogni volta che questi gira per le strade a bordo del suo furgoncino, il tasso di angoscia lievita a dismisura. David, con l’ingenuità tipica dei bambini e l’intelligenza di chi sa sognare a occhi aperti, cercherà di opporsi all’oppressione del clero, ma verrà per questo tremendamente punito.

Non è ammesso uscire dai binari della fede. Proprio lui, che aveva sempre giocato con un trenino elettrico per tutta l’infanzia, sarà il primo a deragliare, estraniandosi dal mondo bigotto e finendo per fuggire da quell’incubo a bordo di un treno. In realtà è la società che lo circonda a essersi allontanata dai binari della normalità che David continua a inseguire con sforzi notevoli nonostante l’ipocrisia e i pregiudizi della gente lo facciano sentire sempre un outsider.

È impossibile non immergersi in questo libro; il linguaggio semplice e lo stile fluido consentono infatti una lettura veloce, ma non per questo superficiale. Le pagine in cui il protagonista analizza la sua società, sono piene di ottimi spunti per riflettere riguardo al progresso di circa settanta anni. L’America, ma anche il mondo in generale, sembrano rimasti sostanzialmente e tragicamente immutati: andare contro l’opinione pubblica comporta sempre un’immane fatica e, troppo spesso, una pesante censura. A farne le spese non sono solo gli adulti, ma anche i ragazzini, come dimostra il fatto che un romanzo di critica come questo, nato dalla fervida immaginazione di un sedicenne, sia stato pubblicato solo dopo che l’autore aveva creato scalpore con il suo suicidio nel 1969. Probabilmente, se le cose non fossero andate così, la letteratura americana avrebbe avuto un attentissimo critico sociale, sicuramente un ottimo scrittore.

John Kennedy Toole, New Orleans 1937-Biloxi 1969. Fu insegnante di letteratura inglese presso la Southwestern Lousiana University e si suicidò con il gas di scarico dell’automobile a trentadue anni. I suoi due racconti furono pubblicati da Walzer Percy e nel 1981 Una banda di idioti vinse il Premio Pulitzer. La Bibbia al neon è il suo primo romanzo.

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