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cultura dell'immagine e della parola

Will the summer make good for all of our sins? – Múm

Artista: Múm
Brano: Will the summer make good for all of our sins?
Album: summer make good
Uscita: 2004
Regia: Mark Craste

Will the summer make good for all of our sins?
Siamo vicini all’acqua se vogliamo congedare il nostro peccato.
Ci tuffiamo in questo deserto. La sabbia nelle mutande laverà via i nostri peccati.
E i nostri desideri affogheranno nelle nostre ultime lacrime.
Siamo pronti a nuotare nella pozzanghera delle nostre lacrime. Eccoci, Alice.
Come Will the summer make good for all of our sins?
I Múm vogliono condannarci nel loro pantano di lentezze e paradossi musicali: in dieci muoveremo un flauto e una voce, l’immagine è bianca e nera, bianca o nera, il video è un disegno, è una linea, è la bellezza tridimensionale di una realtà bidimensionale: devi scegliere, genera o non genera, vuoi solo volare se vuoi scappare?
Affoghiamo in un lago di vermi, di mongolfiere che si alzano verso terra (potere bidimensionale), di un corpo che non ha altra scelta, solo quella di gonfiarsi e cadere giú. Il nostro dolore è di sollievo alla terra, costringe il mondo a diventare vermi, a coprire l’acqua del nostro peccato, a guardarci nello specchio dell’acqua.

Ma il nostro pentimento ci salverà?

I Múm (e il regista Mark Craste) ci insegnano la volontà di fare una scelta, guardare o nascondere l’occhio, di piangere come un viso che piange, di vivere o di raccontare l’incomprensibile volo di un martello (la Nausea di Sartre per il sassolino).
I Múm puntano il dito sull’esistenza, unico atto di scelta, e unica possibilità di capire per sottrazione. Affogàti in un lago di colpe, meno respiri, meno forza e solo la necessità di carpire un mondo parallelo: quale sarà il valore del tuo solo pensiero?
La metà del mio corpo capirà una parte delle mie scelte, e io, io solo, mi farò abbindolare dall’incomprensibile del movimento qui intorno. E ho dimenticato di respirare veramente.
I Múm ci dicono che i nostri peccati non verrrano mai lavati, a patto che non si scelga la fine.
La vita, dicono, è aborto.

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