La fine del mondo
A molti non è piaciuto, delusi forse dalla completa diversità tra quest’opera e quella più nota e diffusa di Shindo, Red Eyes. Die Ragnarök si presenta come un volume unico certamente originale ed eccentrico, un sogno allucinato messo su carta da Jun Shindo, quasi uno sfogo che l’autore si concede prima di dedicarsi “all’ordinaria violenza” stile Red Eyes.
Che piaccia o no, Die Ragnarök è un’opera studiata, un ibrido tra mitologia e fantascienza, occultismo e tecnologia avanzata.
La trama
Ambientato in Giappone, in un futuro più o meno prossimo, il volume racconta una catastrofica parentesi dell’umanità in cui si sfiora la fine del mondo. Flotte militari di diverse nazioni sorvegliano e tengono rigorosamente segreto al mondo un gigantesco iceberg emerso nell’Oceano Antartico. All’interno dell’iceberg sembra dormire una mostruosa creatura emersa dagli abissi, un demone dormiente che i vari governi e una misteriosa organizzazione, la Dan-Te, vogliono mantenere nascosto. Si tratta solo di umanissime illusioni perché quando l’iceberg inizierà a sciogliersi e la mostruosa creatura si sveglierà, l’uomo potrà fare ben poco contro i demoni. Si tratta infatti del risveglio di Satana, il demone biblico, reso possibile dallo squilibrio tra giustizia e ingiustizia che l’uomo, con le sue azioni, ha causato. Riusciranno gli agenti della Dant-Te a far fronte al l’incombente Die Ragnarök (la fine del mondo)? Che cosa c’entra Odino con Devil? Che poteri hanno le antiche formule esoteriche nascoste nelle pagine della Bibbia?
I personaggi infernali
Ecco quindi le porte degli inferi spalancarsi: a Tokyo si materializzano terrificanti demoni distruttivi, Astarot e Leviatano, nati dalle braccia di Satana. A cavallo di un enorme drago inceneriscono le flotte con sguardi di fuoco. Poi spuntano belve affamate, come Behemoth l’Ingordo dell’Inferno, Alastor il Boia Infernale, Pazuzu, dio del male babilonese e perfino un’entità venuta dallo spazio, conservata nei bunker di Roswell: Devil.
Pro e contro
I detrattori del fumetto giudicano questa trama un’accozzaglia poco originale di dati e nomi mitologici, apprezzabile solo grazie alle tavole di Jun Shindo che mantiene sempre elevata la qualità grafica della sua produzione. A difesa di quest’opera si potrebbe comunque addurre l’eccentricità dell’autore, della sua ricerca storica e della correttezza delle sue citazioni. È affascinante l’immagine di Alastor, demone occidentale, che cavalca un drago, simbolo sacro dell’oriente, come pure lo scontro tra demoni e dèi di culture lontanissime, ma accomunate da un unico incubo: la fine del mondo, il Die Ragnarök.
L’autore
Jun Shindo è un autore che predilige le atmosfere cupe e apocalittiche, e che tiene un occhio sempre rivolto alla fantascienza. Oltre a questo volume unico, ancora reperibile sul mercato italiano, Shindo è anche l’autore di Red Eyes, serie fantascientifica pubblicata sempre da Planet Manga all’interno della collana Manga 2000.
I disegni di Shindo sono estremamente chiari e puliti, le sue tavole di facile comprensione e immediato impatto visivo. Il suo successo in Italia non è stato plateale, ma la serie Red Eyes ha comunque riscosso il plauso di un discreto seguito di accoliti ed appassionati e continua a essere pubblicata, seppur con ritmo irregolare. Il pubblico occidentale ne critica i contenuti poco rappresentativi, le trame dispersive e una caratterizzazione troppo forzata dei personaggi. Gli estimatori di questo autore trovano, invece, la grafica e i colpi di scena narrativi, gli aspetti più trascinanti.
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