Le fantasie femminili
In questo film la vista è tutta femminile: gli occhi di Nathalie, il suo corpo, le sue parole, e le paure, le domande di Chaterine. Sono le fantasie di queste due donne ad essere continuamente indagate, spiate da una macchina da presa che sembra rimanere schiacciata tra strette mura, dentro ad interni sempre pieni di oggetti che tagliano la via di fuga della vista, complicandola e dandole una dimensione di menzogna.
Innanzitutto, il triangolo: abbiamo un doppio triangolo all’interno del racconto. Bernard, il marito, Chaterine, la moglie e Marlene, la puttana. E poi un altro triangolo, quello portante: Chaterine, la moglie, Marlene, la puttana e Nathalie, misteriosa figura inconsistente, creatura generata dalle fantasie delle due donne.
Nathalie piace più a Chaterine che a Bernard, è la fantasia di una donna che fa l’ultimo tentativo di riconquistare suo marito, meglio, di comprendere se l’amore rimane tutta la vita uguale a se stesso o se cambia e se diventa così possibile riconoscerlo ancora. Ma Nathalie è anche lo strumento, l’altro che consente alla prostituta di avvicinarsi a un mondo a lei lontano, un mondo dove il sesso possa diventare una fonte di piacere. E questo piacere può trovarlo solo attraverso l’immaginazione. Ecco allora che nulla è più erotico del cervello: le voci delle due donne, i loro silenzi, i racconti di Nahtalie/Marlene e le domande incalzanti di Chaterine marcano l’assenza dell’immagine, che non è in grado di rappresentare la profondità delle fantasie delle due donne.
L’immagine, al contrario, oltre a essere satura di oggetti si riempie di sguardi, che Nathalie e Chaterine lasciano vagare sul loro mondo e l’una sull’altra. Uno spiare silenzioso, un’apparire all’improvviso, segnali che fanno delle due figure femminili personaggi e personalità vaganti, dotate di meno corporeità di quanto si potesse sospettare. E come i triangoli si mescolano e si raddoppiano così anche le età di queste donne si intrecciano: nel tentativo di crearsi una realtà alternativa, le due donne sono spinte a confrontarsi anche con una donna anziana, madre di Chaterine, che come capitolo conclusivo della sua vita ha scelto il ricordo e la clausura come antidoto alla fine della sua esistenza. L’ultimo capitolo della vita sembra così una sorta di sollievo, un’indifferenza che annacqua tutte le sensazioni.
A cura di Francesca Bertazzoni
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