Un’arca di Noè maestra di convivenza
Di questi tempi non è affatto facile trovare nelle sale un film d’animazione con disegni realizzati completamente a mano e con riferimenti coloristici relativi al fauvismo di De Vlaminck, all’impressionismo “fotografico” di Monet e alla potenza grafica espressa delle maestose ondate di Hokusai. Poi, se a questo aggiungiamo che La profezia delle ranocchie occhieggia deliberatamente La fattoria degli animali di George Orwell, rivisto in chiave ecologista oltre che sociologica, direi che il fruitore di cinema raffinato e la sua prole non potranno che ammirare e benedire il lavoro del regista Jacques-Rémy Girerd. Un autore non nuovo a questo genere di imprese, in quanto impegnato da tempo con lo Studio Folimage (con sede a Valence, nel sud della Francia) a sfornare una produzione di qualità in fatto di cinema d’animazione. Un David-Girerd, insomma, per nulla impressionato dalle dimensioni del Golia-Disney, che anzi gli si contrappone proponendo dei cartoni animati nei quali quando un personaggio è colpito a morte muore davvero, nella consapevolezza che i bambini d’oggi mal sopportano d’essere turlupinati da eroi “semprinpiedi” che non aderiscono in nessun modo alla realtà che li circonda.
Una piccola, ma significativa rivoluzione copernicana in fatto di cinema d’animazione che potrebbe far vacillare il sederone del suddetto Gigante D., anche in virtù di una grafica stile Folimage (stavolta a firma dall’artista ucraino Iuri Tcherenkov) volutamente ispirata ai tratti veloci dei disegni dei bambini, i quali ovviamente non avranno nessuna difficoltà ad identificarsi, meglio ad empatizzare con i “disegni semoventi” proposti da Girerd. Ma le novità della pellicola dell’autore francese non finiscono certo nella qualità grafica, poiché i risvolti socio-ecologici a cui accennavo prima sono un’altra atout significante del film. Essi partono da una condizione oggettiva proposta dal plot di base: salvarsi da un immane diluvio profetizzato da delle semplici ranocchie. Il solo ascoltarle e crederle equivarrà all’ascolto della Natura, agli avvertimenti che questa lancia quasi sempre prima di ogni grave catastrofe ambientale.
Un principio di coscienza ecologista, quindi, che però, quasi immediatamente, andrà a cozzare con le più elementari regole sociali di convivenza tra umani e animali stipati in quella sorta di arca di Noè rappresentata dalla dimora galleggiante del vecchio Ferdinand. In ciò, il dato sociologico diverrà preminente quando gli animali assumeranno i tipici comportamenti degli esseri umani in competizione. Infatti essi litigheranno su tutto, a partire dalla questione delle scorte di cibo, solo delle patate, che andranno bene ad erbivori e onnivori ma non certo a dei carnivori! Oppure ambiranno a prendere il potere della piccola comunità galleggiante, ammutinandosi contro Ferdinand, per questioni di rivalsa personale, ma non disgiunta da delle odiose ingiustizie patite in passato. Il lieto fine della vicenda appianerà tutti i problemi, ma non alla buona, bensì facendo ricorso al diritto di tutti ad essere felici, ma nel reciproco rispetto delle esigenze altrui. Un gran lezione di convivenza, e non solo per i bambini.
Curiosità:
Il romanzo La profezia delle ranocchie, tratto dal film, scritto da J. R. Girerd e illustrato da Iuri Tcherenkov, sarà in libreria edito da Einaudi Ragazzi. Per i più piccoli, invece, la Emme Edizioni metterà alle stampe un album illustrato con i personaggi e le scene del film da colorare.
A cura di Osvaldo Contenti
in sala ::