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Storie e storie e storie…

Storie e storie e storie…

Paul AusterPrima c’è Sidney Orr, che dopo un grave incidente ricomincia a scrivere su un taccuino blu. Poi un racconto di Dashiell Hammet. Da qui la storia di Nick Bowen, professione editor a New York, che legge il romanzo La notte dell’oracolo di Sylvia Maxwell e decide di cambiare vita fuggendo a Kansas City. Uno scrittore malato di flebite. Suo cognato alle prese con un proiettore tridimensionale. Un reduce di guerra che, a causa della sua cecità, acquista la dote della preveggenza. Una prostituta 22enne che partorisce in un gabinetto la figlia sotto l’effetto del crack e poi la getta in un cassonetto. La possibilità per Orr di sceneggiare La macchina del tempo di Wells. Da qui la storia di Jack che costruisce una macchina del tempo per viaggiare dal 1895 al 1963. Un eroe rinchiuso in una stanza e un sogno che racconta la medesima storia. La Rivoluzione Culturale in Cina. Un romanzo mai letto e delle verità nascoste. E quando tutte queste storie vengono collegate l’una all’altra il mondo di Sidney Orr si disgrega, finisce a pezzi.

Un libro che prende le forme della chimera, mostro informe dopotutto, che racchiude il fascino e il terrore per qualcosa che è diverso ma profondamente identico a noi stessi. E Auster sembra manipolare come creta le parole, Copertina originaleche si muovono instancabilmente, continuando a emergere dalle pagine e sprofondandone il senso verso la rivelazione di una verità terribile. La magia della scrittura di Paul Auster si rivela ancora: la sua capacità stilistica è quella di riuscire a creare nessi incomprensibili ma sensibili tra avvenimenti che sembrano non poter avere connessione.

Emerge così tutta la potenza della narrazione, sempre il primo amore nei romanzi dello scrittore. La forza della scrittura, in grado persino di creare la realtà, di mediare con il mondo reale le storie che le persona dovranno vivere. In questo tutto si annulla, ciò che è da leggere e ciò che è da vivere si accorpano, quello che viene pensato diventa un vissuto, un sogno si trasforma in un racconto già scritto. E originalissima è la scelta di Auster di mettere numerose note a piè di pagina: tredici note che aggiungono spiegazioni e creano delle sotto-storie, forse solo falsamente secondarie rispetto al romanzo principale. A volte le note superano la metà pagina e l’impressione è quella di assistere, sia nel contenuto sia nella forma del romanzo, a una proliferazione di parole talmente invasiva, che la forma classica del romanzo non è in grado di contenerla tutta. Sembra di leggere due romanzi, graficamente parlando, e molti di più ancora sono i romanzi raccontati nel libro stesso. La notte dell’oracolo è sia il romanzo fisico, che un romanzo inventato in un racconto che il protagonista del libro sta scrivendo.
Paul Auster
Un libro che diventa una vera fucina di storie, che riesce a esistere attraverso quelle storie che portano sempre, ossessivamente, a loro stesse. E la vita dell’uomo ne può solo essere succube.

Curiosità: il personaggio dello scrittore malato di flebite, John Trause, potrebbe essere ispirato alla situazione fisica che ha colpito Paul Auster negli ultimi anni. Lo scrittore, infatti, avrebbe problemi alle gambe che gli impedirebbero di compiere viaggi. Tuttavia, poiché sua moglie siri Hustvedt è stata ospite all’edizione 2004 del Festivaletteratura di Mantova, ci auguriamo che le condizioni di Auster non siano gravi come quelle del suo personaggio.

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