Sesto senso alla francese
Citazioni e riferimenti culturali fanno da cornice a questo strano film di Rivette sull’uomo, la vita e il tempo. Julien è un sognatore, il sogno diventa realtà in lui e guida i suoi pensieri e le sue azioni. Eppure Julien appare senza coscienza: è un ricattatore, ed il ricatto avviene senza un motivo apparente; come gli dice la sua vittima, egli non ha bisogno di ricattare per vivere.
Julien vive con un cucciolo di gatto, il cui nome è “Nevermore”, ossia “Mai più”. Ne Il corvo, la famosa poesia di E. A. Poe, «nevermore» è il refrain, e viene ripetuto dall’uccello in risposta alle domande del protagonista. Interrogativi su una donna, una donna che amava, e che ora non c’è più. Il protagonista fa delle domande per tormentare se stesso, sapendo in anticipo quale sarà la lugubre, terribile risposta. Anche Julien tormenta se stesso chiamando il gattino, suo unico compagno, con la frase odiata («mai più»): egli non riesce più neppure a lavorare e si odia al punto da ricattare.
Il protagonista non ha mai potuto dimenticare una bella e giovane donna: sa che non la può avere, che lei è di un altro, di un giovane sconosciuto, «un giovane molto bello e molto triste». Il gattino Nevermore, a cui pure vuole bene, gli rammenta ogni volta la verità. Che non è contraddetta neppure dalla ricomparsa improvvisa della giovane. La quale è un fantasma destinato sì a ritornare in vita, ma al prezzo di non suscitare più in Julien alcun ricordo. Dopotutto, i ricordi sono i fantasmi della memoria…
Marie è vissuta da sempre, da quando l’ha incontrato, nella mente di Julien. Considerando che questi ha trascorso le sue giornate nell’attesa di un ritorno della giovane, si può dire che l’attesa ha impedito al tempo di trascorrere e di svolgere la sua funzione. Infatti il tempo ha il compito di far sfumare le passioni nel ricordo, e se non succede è perché l’uomo può manipolare il tempo soggettivo. Esiste forse anche un tempo oggettivo, ma, credo, non è di esso che si parla nel film.
Marie si è suicidata per un motivo che non ha niente a che fare con l’amore. Se il tempo fosse una forza indipendente dall’uomo, questo non sarebbe successo. Ma il tempo dipende dall’uomo in molti modi. Ciò è simboleggiato dagli orologi, che sono una creazione dell’uomo, e che misurando il tempo in realtà lo creano. L’orologio che funziona male ha la capacità di produrre un tempo “malato”. Julien è non a caso un orologiaio, ripara orologi, fa in modo che il tempo “non zoppichi”, perché sa quanto questo sia importante per la vita degli uomini. Purtroppo (è un’altra battuta del film) gli orologi non sono più grandi come un tempo ed anzi sono diventati piccoli e piatti, e questo ha a che fare con il diverso rispetto coltivato per il tempo dalle varie società. Una volta, quando gli orologi erano grandi e belli, gli orologiai erano assai rispettati, mentre adesso no, adesso che il tempo scorre via come niente, esattamente come la vita. Il rispetto per la vita passa attraverso il rispetto per il tempo. Chi si uccide, come nel caso di Marie, e dell’altra ragazza a cui è legata da un patto, lo fa perché non ha saputo curare bene il suo tempo e l’ha sprecato. Come riuscire a redimersi? Rimuovendo i motivi che hanno causato tale spreco: Marie sarebbe dovuta ritornare dal suo ragazzo, ma egli è morto; perciò tocca a Julien aiutarla. Marie non deve più uccidersi per fare del male a qualcuno (la morte del ragazzo non è stata un incidente, ma il risultato del suicidio della donna). Quindi Julien sbaglia a attaccarsi troppo alla ragazza, perché la propria minaccia di suicidarsi per amore rischia solo di complicare le cose sino all’assurdo. Alla fine Marie si innamora di Julien come non era successo col suo precedente compagno: questo, però, non faceva parte del programma. Così Marie smette di essere quella che era stata sino ad allora, smette di essere un fantasma bello e irraggiungibile nella mente del suo amante di turno, e diventa una donna in carne ed ossa. In questo modo, invece di sparire dalla vita di Julien, ci rimane, e in una forma ben più concreta del previsto.
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