Intervento divino
L’arrivo di Dorr nella casa della signora Munson è annunciato da un fulmine e da un boato, di quelli chiaramente esagerati, che nelle commedie dicono: “Ecco il cattivo”. In realtà il cataclisma, più che introdurre Dorr, è il messaggero di una forza più alta, che comparirà in tutto il film e che ne determinerà indubbiamente le sorti: Dio.
Già nei titoli di testa i Coen ce ne hanno parlato: il primo movimento di macchina, che dall’alto scende verso il basso, si ferma sul gargouille di una cattedrale (tempio di Dio) e domina il ponte e il fiume, come l’occhio divino domina il destino e la vita degli uomini, ineluttabilmente segnato dalla morte che svolazza sulle ali di un corvo. Dio, forse sottolineato in maniera troppo didascalica dal motivo spiritual dei titoli di testa: Come, let us go back to God. L’occhio che osserva dall’alto tornerà nuovamente nella casa della signora Munson, personificato nel ritratto di Othar, presenza talvolta bonaria, talvolta minacciosa. Othar è ora lo sguardo commentatore dei fatti, nell’espressione stupita dopo la prima esplosione nel sotterraneo, ora il monito della giustizia divina che punirà al momento opportuno i peccatori.
Come nella tragedia shakespeariana, ciascuno sarà punito per il proprio vizio (che magari la signora Munson aveva provato inutilmente a correggere): Gawain per l’ostinazione, Pancake per l’avidità, il Generale per il tabagismo, Lump per la stupidità, Dorr per l’autocompiacimento. Ladykillers è un film spietatamente moralista, come in Fargo (id., Joel Coen, 1996) e nell’Uomo che non c’era (The Man Who Wasn’t There, Joel ed Ethen Coen, 2001) la situazione sfugge di mano ai criminali e si ritorce contro di loro. In realtà il peccato di Dorr e dei suoi non è tanto voler rubare, quanto, forse, l’incapacità stessa di mantenere il controllo di sé e delle proprie azioni, di non avere un criterio di discernimento fra il bene e il male, di esitare di fronte alle situazioni. Forse in questa chiave si inseriscono le citazioni di Edgar Allan Poe, amato da Baudelaire e precursore di una letteratura che va ad indagare l’ambiguità dell’uomo, il suo lato oscuro. E sempre come in Fargo, la titubanza sarà stanata e punita dalla massiccia fermezza di una donna. Ancora una volta, la contropartita potrà sembrare eccessiva: diversi morti da una parte, un po’ di soldi dall’altra.
A cura di Fabia Abati
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