Il pallone dei miracoli
Dopo anni di prigionia gli ex combattenti tedeschi sono liberi di tornare in patria, è il 1954. Fra loro ritorna a casa anche il padre del piccolo Matthias, che non lo ha mai conosciuto. Mathias vive con la madre e due fratelli nella Germania della ricostruzione del secondo dopo guerra, la vita è dura ma felice. Il ritorno del padre, ex militare nazista e duramente segnato dagli anni di prigionia getta un’ombra sulla famiglia, e sui sogni del piccolo Mathias. Il bambino sogna di seguire i suoi idoli calcistici ai campionati mondiali che nel ’54 si tennero in Svizzera.
Il calcio diventa elemento di riscatto, per la Germania sconfitta in guerra e per un padre sconfitto dal tempo che è passato. Dopo aver frustrato i sogni del piccolo figlio il padre/padrone sceglie per l’armistizio e capisce che la soluzione è quella di raggiungere Berna per la finale del campionato mondiale. La partita si giocherà sotto una pioggia purificatrice ma anche miracolosa, gli sfidanti sono gli ungheresi con cui la Germania ha già perso in un’imbarazzante 8 a 3.
Panorami alpini e bucolici fanno da cornice a questo film patinato e godibile che, a differenza di molti prodotti tedeschi degli ultimi anni, non sembra uscito da una puntata del Commissario Rex. Forse un po’ troppo stereotipato (da Orson Welles ad oggi quante volte abbiamo sentito che gli svizzeri non sanno fare solo gli orologi?) ma ricco di contenuti (il rapporto padre/figli, il ritorno dei reduci, la ricostruzione, il campionato del mondo) il Miracolo di Berna è un film godibile e divertente che offre alcune scene molto azzeccate (la partita col pallone di stracci commentata con il cronista della nazionale).
Non si assiste a un vero miracolo, sono piuttosto tanti piccoli episodi che nulla hanno del miracoloso ma che in una nazione segnata dalla guerra sono messaggi che possono essere percepiti con un chè di magico. La Germania sembra riguardare attraverso questo film la propria storia, cercando di dimostrare come la redenzione dalle macchie provocate dalla guerra, sia nella coscienza nazionale che in quella personale, possa arrivare anche grazie ad un pallone di cuoio o di stracci preso a calci per gioco.
Il Miracolo di Berna ha vinto nel 2003 il premio del pubblico al Festival di Locarno. Ammesso che il tema calcistico abbia fomentato il tifo nazionalistico del pubblico svizzero, bisogna pur ammettere che i cinefili della rassegna locarnese godo la fama di essere il critico più severo. Vorra pur dire qualcosa…
A cura di Carlo Prevosti
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