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cultura dell'immagine e della parola

Underground

Underground

Underground. È questa la parola con cui Adnan, il figlio morto, risponde al padre Zaim che gli chiede dov’è adesso. Sottoterra. E in alcuni momenti del film il suolo bosniaco interviene nella storia, diventa quasi protagonista. È una terra intrisa di sangue, che ha accolto il sangue versato durante la guerra e ora quasi lo sputa fuori, lo lascia affiorare come se non fosse più in grado di assorbirne, perché ne ha ricevuto troppo. Nella terra si nascondono le mine anti-uomo, quegli aggeggi che provocheranno la morte di Amra (e che sono ancora oggi una piaga, della Bosnia e di tutte quelle nazioni che hanno vissuto una guerra recentemente), che spargeranno altro sangue.

La terra porta i segni indelebili della morte e dell’avidità: contesa e poi divisa, marcata con dei confini per separare le diverse etnie, per ricordare l’odio e il pregiudizio. Custodisce i suoi morti, li accoglie nel suo ventre. Ma il cadavere di Adnan viene riportato alla luce, il ricordo di una vita spezzata ossessiona il padre Zaim, lo invade fino a condurlo al suicidio: ancora la morte. Nella terra, in quel cadavere, è racchiusa l’impossibilità di sbarazzarsi del passato, di riprendere la vita com’era prima della guerra. Qui Zalica è estremamente concreto nell’indicarne i motivi: non è tanto l’odio fra serbi e croato-bosniaci a determinare l’angosciante pantano del dopo guerra. Sono i soldi a mancare: non si può ricostruire, i politici sono dei fantocci, l’unico modo per sopravvivere è ricorrere alle mafie che si sono subito formate. Le parole ciniche del sindaco sono ancorate alla realtà: la guerra non è finita se nessuno ha di che mangiare, la Bosnia è una nazione morta se non ha la speranza di un aiuto.

Dalla terra alla luna. La luna compare nel primo fotogramma e viene ricordata più volte nel corso del film, dalla colonna sonora alle due prostitute che si chiedono in che anno l’uomo è sbarcato sulla luna (sarà un caso che si dice il 1993?). Qualcuno guarda verso la luna, ma qualcuno guarda dalla luna. In almeno due momenti la mdp guarda la terra dall’alto: entrambi si riferiscono al Presidente Clinton, che qui è il simbolo dell’opportunità di uscire dal dopoguerra, di ricostruire. La salvezza, la possibilità di una vita normale, è lontana quanto la luna.

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