Non solo samba!
Brasile, ovvero samba.
No, non è proprio così.
Brasile, ovvero forro, candomblé, frevo. Ma nominare tutte le musiche che animano questa terra probabilmente non è possibile. Già è difficile ricordare tutte quelle che Mika Kaurismaki è riuscito a raccontarci in questo film, e si tratta soltanto delle musiche provenienti dalle regioni del nord est e da Rio de Janeiro!
La musica brasiliana è onnivora: si nutre e trae vigore da ogni genere musicale, vecchio o nuovo, nel passato o nel presente. Affonda le sue radici nei ritmi tribali africani e accoglie, nel corso dei secoli, le musiche europee durante le invasioni dei portoghesi, quindi i più contemporanei influssi del jazz, del blues, del rock, del funky.
Kaurismaki cerca di ripercorrere la storia della musica brasiliana, partendo dalle comunità indigene per poi giungere a Rio de Janeiro. Un lungo carosello di volti, colori, danze. Al di là delle tante storie dei singoli musicisti, ciascuna diversa dall’altra, sembrano emergere alcune caratteristiche unitarie del Brasile e della sua musica. La prima è certamente la gioia inesauribile di fare festa, che si traduce immediatamente nel fare musica: non è necessario un palco, qualsiasi strada, anche in una favela, è un luogo adatto per fare musica e per ballare.
Il secondo aspetto che affiora è l’alta consapevolezza del ruolo della musica e della sua origine. I musicisti brasiliani sono consapevoli che la musica è la più alta espressione della propria cultura, perché traduce la storia della lingua e dei popoli che si sono susseguiti nel Paese. Per gli indigeni la musica significa emancipazione e comunione con Dio, per i musicisti contemporanei la musica permette di cantare tutto ciò che fa parte del mondo brasiliano: l’amore, la povertà, la gioia di fare festa, la musica stessa. Per questo alla fine del film non ci stupiamo di sentir cantare proprio “Moro no Brasil”, vivo in Brasile. Forse potremmo completare la frase così: “Vivo in Brasile, dunque canto.”
Curiosità: Mika Kaurismaki, fratello del più conosciuto Aki, vive periodicamente dal 1989 in Brasile, dove ha aperto un locale in cui si esibiscono musicisti di ogni tipo di musica brasiliana. Come dargli torto?
A cura di Fabia Abati
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