Vestito per uccidere?
Stella si sta preparando al matrimonio, il suo vestito da sposa è quasi pronto, tutto sembra andare per il verso giusto quando durante una gita nei boschi viene stuprata da un gruppo di quattro cacciatori. La magia di rompe, Stella diventa incapace di amre e di odiare, anche il matrimonio si allontana dalla sua vita. Solo la madre resta vicina a Stella in uno stato di totale incertezza. Un altro uomo sembrebbe riportare a Stella la serenità perduta, si tratta del sarto che le stava preparando l’abito nuziale. Stella ancora non sa che l’uomo di cui si è innamorata è in realtà uno dei suo violentatori. Un “deus ex pullman“, come lo ha definito Roberto Nepoti, passerà sopra la loro storia interrompendo il loro rapporto al nascere della tensione.
Fiorella Infascelli vuole illustrare un mondo femminile dove non c’è nulla che possa salvare quello maschile. La razionalità e il sentimentalismo femminile viene contrapposto alla brutalità ferina e predatoria dell’uomo che non ammette alcuna giustificazione. Il fatto che Stella non abbia un padre, non morto ma inspiegabilmente sparito lasciandola sola con la madre, è già indice di come al suo mondo manchino dei punti di riferimento fondamentali per il rapporto con l’altro sesso. Così ogni rapporto rivela il lato peggiore dei personaggi maschile tratteggiati in modo duro. La Infascelli però non trova il coraggio di far portare a termine questi rapporti alla sua protagonista (una proiezione della regista stessa?) troncando sul nascere le situazioni drammatiche. Il padre lascia la madre senza giustificazioni; il fidanzato spinge Stella a non denunciare lo stupro (per questioni di onore?) ma poi parte senza una precisa giustificazione; a Franco, il sarto e violentatore, non viene data neppure la possibilità di parlare. Stella così deve affrontare ogni situazione nella solitudine. È così che Il vestito da sposa denuncia una desolante impossibilità di un rapporto felice, o meglio normale, tra uomo e donna ma non giustifica il rapporto causa effetto che scaturisce dalle loro azioni.
A cura di Carlo Prevosti
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