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cultura dell'immagine e della parola

Chiambretti c’è… ancora!


Più o meno durante il periodo sanremese Chiambretti si riaffaccia in TV.
Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando conduceva il dopofestival. Invece il suo è un varietà completamente nuovo, che prosegue tuttora quotidianamente su La7.
In sordina, ormai lontano dal clamore di Chiambretti c’è, il comico ricomincia a punzecchiare col solito sarcasmo politici e vip, invitandoli a partecipare a discussioni su temi di attualità in collegamento telefonico o video.
Come può reggersi in piedi una trasmissione in cui le conversazioni con gli ospiti avvengono solo in maniera “virtuale”, attraverso uno schermo o i fili del telefono? Facendo di questo “limite” il punto di forza del programma: innanzitutto serve un centro, da cui si dipartano i collegamenti, che non sia il solito studio-teatro; e qui entra in scena l’idea cardine di Pronto, Chiambretti?: lo studio si trasforma in una cabina telefonica, o meglio, una cabina telefonica in Piazza Cordusio a Milano si trasforma in uno studio televisivo, provvisto di schermo per collegamenti via satellite e filmati. Questa piccola finestra si apre di volta in volta su almeno cinque realtà diverse: oltre a mettere in contatto con il vip di turno, infatti, lo schermo mostra anche l’interno di un’altra cabina telefonica, da cui le persone del pubblico possono intervenire per porre domande anche imbarazzanti all’ospite. Inoltre accoglie due momenti comici: i surreali dialoghi tra il presentatore e Nino Frassica -ripreso di schiena, perché, come afferma in ogni puntata, avrebbe l’esclusiva con la RAI per Don Matteo e non potrebbe comparire su altre reti- e l’intervento di Costantino della Gherardesca e Marco Eugenio Brusutti nei panni degli estremizzanti giovani d’oggi, emblematicamente vestiti l’uno di nero e l’altro di bianco.
Sempre all’interno del medesimo schermo, i filmati-invito “alla Gene Gnocchi”, si presentano come ironici e spiritosi servizi, cui è affidato il duplice compito di introdurre l’argomento della puntata e di sollecitare la telefonata di personaggi coinvolti in questa breve presentazione.
Il piccolo spazio della cabina viene sfruttato al massimo: anche il tetto fa parte dello spettacolo; qui, esposto alle intemperie, si trova Aldo Izzo, simpatico ed anziano signore, condannato a seguire il Tg 4 di Emilio Fede per aver votato Berlusconi.
Si parte spesso da temi di attualità di vario genere (moda, musica, fantascienza ecc.) per poi arrivare a parlare di politica in modo piacevole e non eccessivamente polemico. Le discussioni vengono guidate con maestria dal presentatore: è frizzante ed ironico e riesce molto bene a coniugare serietà e sarcasmo senza risultare troppo insolente.
Gli ospiti devono dimostrarsi all’altezza della situazione ed avere sempre la risposta pronta per tener testa a Chiambretti senza compromettersi, contraddirsi o ammutolire di fronte alle insinuazioni del presentatore e del pubblico.
Nonostante la celebrità del conduttore e la novità del programma, gli ascolti sono però stati bassissimi, soprattutto a causa della pessima collocazione nel palinsesto: Pronto, Chiambretti?, infatti, va in onda dalle 18:50 alle 19:45, contemporaneamente a Passaparola, al Grande Fratello, a L’eredità, Camera Caffè e Will & Grace. Capisco la fiducia in questo omino forte e coraggioso, ma credo che da lui si pretenda un po’ troppo!
Se a ciò si aggiunge il fatto che i collegamenti con Frassica –in teoria uno dei punti di forza della trasmissione- risultano estremamente pesanti e ripetitivi, l’impresa, più che ardua appare impossibile.
Un po’ più di fortuna l’ha avuta la replica notturna, ma questo programma di attualità e intrattenimento sarebbe sicuramente più adatto alla prima o alla seconda serata; se poi durasse meno, diciamo mezz’ora, forse sembrerebbe più dinamico ed incisivo.
Sempre più difficile: il tutto si svolge in diretta, il che crea notevoli complicazioni, dalla minore mordacità delle battute e dei commenti del conduttore -per quanto abilissimo e dotato di una velocità di reazione straordinaria, deve spesso improvvisare- allo scarso dinamismo e ritmo delle riprese, visto che non c’è quasi montaggio.
E’un peccato, perché l’idea di base del programma ha il raro pregio di essere originale.
Relegato su La7, quasi in esilio, in un orario in cui la concorrenza è spietata, Pierino si batte, forte delle sue capacità e dei pregi della trasmissione; speriamo che non soccomba sotto il peso dell’omologazione, che guadagni una posizione meno di nicchia e che aggiusti un po’ il tiro, magari con l’ausilio non trascurabile di un budget più elevato.

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