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cultura dell'immagine e della parola

Intervista a Dario Ballantini


Valentino si muove per tutto il salone con una rapidità che mette in difficoltà i suoi stessi cameramen, che per stargli dietro sono costretti a prodursi in slalom e acrobazie tra gli ospiti del rinfresco. Una gag dopo l’altra, tutto improvvisato. Qualunque spunto i commensali offrano viene immediatamente trasformato in una scena surreale davanti all’obbiettivo della telecamera.
Vedere il suo personaggio all’opera durante una festa aiuta a capire che straordinario fantasista sia Dario Ballantini: l’inviato-imitatore di Striscia la notizia coinvolge, sbeffeggia, mette in ridicolo senza che il suo interlocutore, il più delle volte troppo impegnato a mostrarsi in camera e a sorridere, se ne renda conto. Il tutto con un’elegante dose di garbo e soprattutto senza mai abbandonare l’imitazione che sta tenendo.
Una volta terminata l’esibizione, invece, quello che sorprende è la normalità della persona. La sua tranquilla disponibilità.
Ballantini non si atteggia da vip; con un sorriso accetta di rispondere a qualche domanda sulla televisione, sul suo lavoro di imitatore e sulla sua passione per la pittura.
Durante tutta l’intervista assisto a un fenomeno particolarissimo.
Ballantini, che è ancora truccato da Valentino, mi parla con la sua voce naturale, mantenendo un’espressione rilassata. Ogni volta che gli stiamo per scattare una fotografia, però, i muscoli del suo volto si contraggono e, quasi fossero una corazza che lo difende dall’apparire al pubblico con una faccia troppo simile alla sua, lo ritrasformando immediatamente nel personaggio dello stilista.

Grazie al tuo Valentino i telespettatori hanno potuto entrare nelle feste vip, ma qual’è la tua opinione su questo genere di eventi mondani?

Io mi auguro che la gente veda quanto c’è di inutile, tragicomico e involontariamente comico in questo voler presenziare per forza a tutte le feste. A Roma c’è l’abitudine di “imbucarsi” per mangiare qualcosa, mentre a Milano si va alle feste per farsi vedere. Insomma, sono feste un po’ così… e io cerco di prendere un po’ in giro chi le frequenta. Certo, poi ci sono anche le eccezioni, come gli eventi di beneficenza o quelli a sfondo culturale, che fanno caso a sé.

Tu sei un caricaturista, amplifichi dei tratti estetici o caratteriali delle persone per ottenere degli effetti comici. Ma ti è mai capitato di conoscere a un livello più profondo una delle tue “vittime” e di scoprirla molto diversa da come appare?

In genere riesco a prendere qualcosa che hanno dentro, credo si tratti di un dono di natura, forse una sensibilità particolare. In generale non mi è mai capitato di scoprire dei caratteri molto diversi da quelli che metto in scena, fondamentalmente ho sempre trovato conferma ai tratti su cui ironizzo. Anzi, capita che conoscendo la persona ci si renda conto che i tic e i difetti siano ancora più evidenti di quanto si credeva. Ma non lo dico in senso negativo: di difetti ne abbiamo tutti.


Ora ti faccio una provocazione. Tu sei conosciuto sia come personaggio, in quanto imitatore, che come persona. Ad esempio mi è capitato di vedere i tuoi quadri o di sentire delle interviste che hai rilasciato a titolo personale, senza trucco. Diventando un personaggio televisivo come “te stesso”, non hai paura di trovarti un giorno a imitare te stesso?

No, non credo che finirò a imitare me stesso. Sto cercando di uscire il più possibile dal cliché della persona che va a fare l’ospite o il vip nelle trasmissioni. Se avessi voluto propormi al di fuori del travestimento avrei potuto farlo già prima, invece ho scelto di restare così, “a metà strada”.
Certo, qualche ospitata televisiva l’ ho fatta, ma l’ ho fatta soprattutto per sfruttare l’effetto pubblicitario che si poteva generare per le mie mostre d’arte: spero che parlino di più i miei quadri che non il mio viso struccato.

E come spettatore, che rapporto hai con la televisione?

La guardo principalmente di notte quando ci sono programmi più lenti e spesso più interessanti. Quando posso guardo Rai Educational, i programmi di Giuliano Ferrara e quelli di Enrico Ghezzi, ma accade sempre più di rado, perchè quest’anno sono costantemente fuori casa per girare i servizi di Striscia la notizia. Poi io di notte spesso dipingo, quindi la televisione la guardo davvero poco. E non mi sembra di perdermi un granché.

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