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Melting-pot culinario

Melting-pot culinario

Per il terzo anno consecutivo l’associazione “Terre di mezzo” indice il suo premio letterario, e raccoglie i venti racconti finalisti in questo libro, edito da Berti. L’associazione, nata nel 1994, si pone come obbiettivo quello di contribuire alla formazione di una mentalità della convivenza nel panorama sempre più multi-culturale delle nostre città. Tra le numerose attività che l’associazione promuove, quella del premio letterario si propone di far conoscere giovani autori attraverso tematiche basate, appunto, sulla multiculturalità.
Quest’anno il tema proposto era il cibo. I giovani autori si sono dovuti confrontare con i temi, familiari ma complessi, della cucina, del gusto, ma anche della voracità e della fame. Da ciò è uscita una raccolta armonica e ben costruita, in cui i diversi modi di vedere la cucina si confrontano e si legano. Attraverso gli aromi di cibi sapientemente costruiti si passa da un’atmosfera ad un’altra. Così possiamo vivere il sogno di riscatto del giovanissimo centravanti colombiano Pedro Bebez, che vede negli stessi pomodori, che è costretto a raccogliere ed inscatolare per una multinazionale straniera, la possibilità di un riscatto, il modo di far conoscere il suo valore calcistico al presidente di un’importante squadra italiana. Così vede la cucina il romano Deruda nel suo Pedro e il pomodoro, dolce-amaro racconto sul difficile rapporto tra infanzia e miseria. Da ciò possiamo poi passare al rapporto, mediato dalla cucina, tra una giovane innamorata ed un bambino, che costretto ad una dieta forzata si troverà a mangiare gli avanzi abbandonati dalla cena romantica di lei, nutrendosi così di ciò che lascia l’amore (Luisa Cornoldi, La prima cena, p. 37). Due modi di vedere l’infanzia e la fame, quello della scrittrice milanese più ironico e tagliente, rispetto all’altro più dolce e sognatore.
Ma non solo, ci sono anche altre tematiche che si mescolano con gli odori della cucina. Ad esempio il viaggio romantico e malinconico del protagonista di Nostos (di Sergio Intorre): attraverso la lenta e tranquilla preparazione di un Cous-Cous di pesce, gustato sulla spiaggia di Molarella, comprende che ogni viaggio ha una fine e che per lui è tempo di tornare a casa. Lo stesso topos viene poi rivisitato dal nostro Marco Valsecchi (oltre alla televisione sa anche qualcosa di letteratura… un po’ meno di cucina); che con il delirio mistico-casalingo di La signora Piera incontra l’infinito ci conduce attraverso paesaggi danteschi, dove trecce al parmigiano e riso carnaroli sostituiscono demoni e dannati.
Ancora si potrebbe citare l’amore raccontato attraverso il cibo. Com’è poetico e sapido in Una pioggia benedetta di olio e sale di Ugo Invernizzi, tanto è crudele e cannibale in La cena degli amanti di Carmen Totaro.
L’obbiettivo di creare il melting-pot culinario è stato centrato dai curatori di quest’opera: le piccole e gustose storie, qui raccolte, satellitano intorno alla tradizione gastronomica che lega il Mediterraneo all’Europa, attraversando quel ponte naturale che è l’Italia. L’integrazione, insomma, passa anche dal palato, in barba al conservatore gastronomico di Chimichurri, di Alessandra Bigotta.
In apertura del libro troviamo un’intervista a Giulio Mozzi, che dà consigli ai giovani scrittori emergenti. In calce, invece, oltre a brevi biografie degli autori ci sono anche improbabili ma simpatiche ricette, tratte da altri racconti.
Una raccolta tutta da gustare.

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