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Ebbene sì, ce l’hanno anche loro

Ebbene sì, ce l’hanno anche loro

“Cosa farei se fossi meno stronzo?”

Manu è un donnaiolo, Alex pure, con la variante, però, di essere anche sposato. Jeff è divorziato e, di sacrificare di nuovo la sua autonomia e indipendenza ad un’altra donna, non ne vuole proprio sapere, e infine c’è Antoine, fedelissimo, ma sposato con una donna che non lo è altrettanto.
Alex, Jeff, Manu, Antoine. Quattro amici per la pelle da più di vent’anni. Un’amicizia che sanno rivitalizzare portando nel gruppo ognuno i propri problemi personali, quotidiani. E così, attraversando e condividendo le sofferenze, la vita di ognuno cresce, si ingrandisce, andando ad alimentare il rapporto che intercorre tra loro.
Il filo rosso di questa storia sono sicuramente le donne, tanto moderne da essere il motore per il rinnovamento dei loro uomini ancora in letargo. I personaggi femminili danno agli uomini degli input che provocano all’interno del gruppo scambi di opinioni, solidarietà, discussioni. Energia che muove. Il tutto si risolve, un po’ semplicisticamente, con un esame di coscienza dei quattro amici in seguito ad una domanda che ognuno di loro si pone: “Cosa farei se fossi meno stronzo?”.

Commedia all’italiana?

Prendendo le mosse dalla commedia all’italiana (di cui Esposito è un grande conoscitore); il regista afferma di voler mostrare la difficoltà dei quarantenni/cinquantenni di oggi a confrontarsi con una nuova tipologia di donna molto diversa da quella dei film di Sordi e frutto delle rivoluzioni sociali dell’ultimo quarto di secolo. Se le intenzioni sono quantomeno interessanti, la sceneggiatura è un po’ banale, il modo di guardare la realtà è falsamente realistico ed eccessivamente ottimista (non manca l’happy ending); l’ammiccamento al pubblico è continuo e fastidioso e la regia è piatta, funzionale alla narrazione, senza particolari virtuosismi (solo alcuni piani-sequenza).

Nel cuore degli uomini.

Alba sul mare.
Quattro uomini in smoking fumano sulla spiaggia.
Rielaborazione del dolore.

Ma ecco quello che di realmente prezioso c’è nel film: la capacità del regista di rendere quasi palpabile quell’atmosfera creata da quei sentimenti di affetto, solidarietà, sostegno che talvolta le donne non intuiscono esistere nel cuore degli uomini. E che talvolta nemmeno gli stessi uomini sanno di possedere.

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