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cultura dell'immagine e della parola

Ikea anni cinquanta

Ikea anni cinquanta

L’illusione di poter studiare la realtà ed in particolare le abitudini dell’uomo in modo del tutto razionale, con un paradigma cosiddetto positivista è, al tempo della fine della seconda guerra mondiale, una certezza. Gli uomini sono considerati animali da laboratorio, che si possono isolare in un contesto, in questo caso la cucina, e di cui si possono calcolare i movimenti in modo da ricavare delle variabili ordinate in grafici e tabelle. All’osservatore svedese Folke viene assegnato di studiare i movimenti in cucina del single norvegese Isak, il quale inizialmente si rifiuta persino di mostrarsi, poi fa un ostruzionismo più sottile: utilizza la cucina per stedere i panni, per farsi il bagno, ma mai per cucinare. Nasce però un’amicizia, che va contro le regole del non interferire con la vita di colui che si studia; gli osservatori posizionano un’alta sedia in un angolo della cucina, sedia che è il simbolo più evidente della loro neutralità… ma Isak fa notare: “voi svedesi eravate neutrali anche durante la guerra”. Per la prima metà del film vi è una continua soggettiva: dall’alto Folke osserva incuriosito Isak e dal basso Isak scruta scontroso Folke. Ma Isak, non rassegnandosi del fatto di essere osservato dall’alto, trova il modo di di fare un buco nel soffitto, per osservare a sua volta Folke da più in alto. Il film è pervaso da un’atmosfera surreale data dai colori freddi del nord: la neve costantemente per terra e il verde quasi ospedaliero della cucina, anche se via via che i rapporti tra Folke e Isak diventano meno freddi, anche l’atmosfera si riscalda; improvvisamente l’osservatore e l’oggetto di studio vengono inquadrati contemporaneamente mentre prendono il caffè o mentre fumano la pipa e intanto parlano, confrontandosi sulle proprie vite ed anche sulle reciproche abitudini alimentari. I “ruoli” alla fine si confondono (Folke dormirà nella camera da letto di Isak e Isak sull’alta sedia di Folke) e poi si annullano deifinitivamente. Il film non parla semplicemente del sopravvento di sentimenti irrazionali (quale quello della profonda amicizia) sul calcolo puro e semplice, ma racconta molto anche dell’atmosfera del dopoguerra nei paesi del nord: le deportazioni che avevano subito i norvegesi e la neutralità degli svedesi.

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