hideout

cultura dell'immagine e della parola

Fate i bambini, non fate la guerra

Fate i bambini, non fate la guerra

Fanfan la Tulipe, oltre ad essere il titolo originale del film, è il nome di un personaggio molto popolare in Francia, a cui sono state dedicate canzoni, rappresentazioni teatrali e un film in bianco e nero nel 1952. E’ un eroe che rappresenta il soldato francese settecentesco, intrepido e dalle buone maniere. Nel Tulipano d’oro la saga di Fanfan viene ripresa e continuata, attualizzando il personaggio e rendendolo molto dinamico, spigliato, ironico, in sintonia con la storia non solo militaresca e in costume ma soprattutto divertente e veloce.
Sullo sfondo di un conflitto europeo epocale, con fanti, cavalieri e artiglieria, i sovrani si divertono, senza capirci più di tanto, a osservare le operazioni. I piani di battaglia sono riportati su grandi papiri su cui vengono mossi soldatini di piombo come giocattoli. La guerra è questo: un passatempo per regnanti viziati e comici nelle loro pose raffinate ed ambigue.
Molto meglio andar per sottane e vagabondare alla ricerca di avventure e dell’amore come fa il protagonista, che delle vicissitudini militari poco si interessa.
Nella pellicola tutto è frenetico; i dialoghi, i duelli, le corse, persino i matrimoni. Fanfan è inseguito dai parenti delle fidanzate, dalle fidanzate stesse, dai soldati ma riesce sempre a sorridere e non perdersi d’animo. Vuole conquistare la figlia del re, bella, elaborata e totalmente irrazionale ma finirà per rendersi conto che il vero amore è sempre stato vicino a lui, a portata di mano, risolutorio.
L’ambientazione è esclusivamente francese ed è prevalentemente girata in spaziosi e verdeggianti esterni. Grande lo sforzo per vestire protagonisti e centinaia di comparse in modo molto variopinto e accurato.
I personaggi sono stereotipati, da commedia dell’arte, molto caratterizzati, comici. Il re è un vanitoso superficiale molto viziato dai repentini cambi di umore e opinione. La nobiltà è rappresentata attraverso un giovane parruccato dagli evidenti atteggiamenti omosessuali circondato da lacchè, approfittatori, una spia pericolosa. Fanfan è lo spensierato eroe e Adeline la sua intraprendente innamorata.
I militari poi ne escono in ginocchio. I soldati semplici sono perlopiù straccioni analfabeti inconsapevoli, gli strateghi dei pazzi giocherelloni, gli ufficiali dei fanatici inespressivi senza freni inibitori: “la guerra è morte, e io voglio dei morti puliti, in ordine” è l’ordine tragicomico.
Alla fine di tutto la battaglia non si combatterà, ognuno tornerà a casa felice e incolume, il traditore smascherato, Fanfan andrà sposo ad Adeline e vivranno felici “perché avranno molti bambini”.
Insomma tutto è bene ciò che finisce bene, anche se non sarebbe guastata un po’ più di sostanza.

Curiosità: Durante le riprese nell’estate del 2002 la situazione meteorologica è stata disastrosa. Per avere mezz’ora con la luce giusta, la troupe ha spesso dovuto aspettare anche cinque ore.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»