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Taglia Corto – Intervista a Patrizia Borelli


Presidente, Tagliacorto è finito, il suo contributo come si sa è stato essenziale. Come giudica nel complesso la realizzazione?

In maniera assolutamente positiva. Abbiamo dato voce ai ragazzi, questo era quanto ci premeva. Siamo stati loro vicini fin dall’inizio, da quando abbiamo rilevato nelle classi di una scuola superiore di zona un forte desiderio da parte loro di potersi esprimere in maniera visibile. Purtroppo questo slancio era allo stesso tempo bloccato dalla consapevolezza di quanto fosse difficile superare certe barriere burocratiche, tecniche ed economiche.
Abbiamo deciso che era ora di venirgli incontro mettendo in luce questa opportunità. Subito colta al balzo dal presidente dell’associazione Comias, abbiamo potuto metterci in contatto con un gruppo di ragazzi intraprendenti della zona, già lanciati nel progetto di un concorso di cinematografia breve dedicato proprio ai giovani. Così è nato Taglia Corto e alla luce dei risultati di questa sera non possiamo negare di andarne orgogliosi .

Ci sono altre iniziative in cantiere oltre a Taglia Corto?

La mia intenzione sarebbe quella di passare nella prossima rassegna ad un’altra forma d’arte, pensavo alla poesia o alla pittura. Ci sono molti giovani che si dilettano e che hanno questo tipo d’interesse ed è giusto dare voce anche a questi ultimi. Fintantoché resterò in questa posizione mi adopererò per dare la possibilità di ampliare il raggio delle arti da coinvolgere.
In fondo, con Taglia Corto, il grosso del lavoro è stato fatto. Abbiamo avuto le riconoscenze giuste che ci possono sostenere ed aiutare. Si è creata la base per un gruppo di lavoro che potrà dedicarsi con più facilità alla realizzazione di un progetto nel futuro prossimo.


C’è fermento a Milano nel mondo della cinematografia breve. Realizzare Taglia Corto in maniera continuativa sarebbe possibile visti i risultati positivi?

Il cinema, ma in particolare il corto, è una forma d’espressione che dà voce a molti giovani che hanno questo interesse. Magari questo interesse potrebbe trasformarsi in un’attività, per i più bravi e fortunati in un vero e proprio mestiere. Purtroppo però le barriere sono molte, soprattutto per chi non ha conoscenze. Questo non riguarda solo la cinematografia breve.
Sinceramente mi auguro che anche le altre zone possano estendere questa iniziativa sul loro territorio. Sono fiera ed orgogliosa che Taglia Corto sia nato nella zona 3, che sia stata sostenuta da molti, che ci sia stato un ottimo riscontro tra i cittadini…

Si aspetta quindi che il testimone venga passato a qualcun altro?

Sì, io me lo auguro. Sono convinta che in zona debbano essere sostenute questo genere d’inizitive, perché, come ha detto anche il presidente della Comias, siamo la prima istituzione sul territorio vicina alla gente. È chiaro che, purtroppo, chi ha conoscenze può ambire a fondi, a contatti con l’assessorato alla cultura, con il comune. Ma chi non ha mezzi cosa può fare? Deve essere penalizzato? No. Infatti una funzione del Consiglio di zona è proprio quella di essere vicina ai giovani.
Penso che indipendentemente da quel che faranno le altre zone (è chiaro che mettendo insieme più forze si costruisce una forza complessiva maggiore); ma se questo non dovesse accadere, la zona 3 andrà avanti per la sua strada, con altre proposte.

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