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cultura dell'immagine e della parola

Perché Sanremo è Sanremo?

Tony Renis
Perché in Italia nulla è mai tanto interessante quanto le polemiche che lo precedono. Perché il calciomercato riapre solo a gennaio e intanto di qualcosa bisogna pur parlare. Perché questa è la patria del bel canto. Perché Tony Renis ha scritto “quando quando quando” e ha tanti amici importanti. Perché le canzoni devono essere belle e devono piacere ai giovani. Perché Sanremo è Sanremo.

Puntuale come l’influenza è arrivata anche in questo autunno la presentazione della prossima edizione del Festival di Sanremo, uno dei pochi simboli ancora in grado di resistere al crollo delle ideologie postmoderno: il muro di Berlino è caduto, il festival si limita a cambiare direzione artistica di tanto in tanto.
Questa volta è il turno di Tony Renis, scelto – come prima di lui il Nobel Renato Dulbecco affiancato a Fabio Fazio nell’edizione del 2000 – in ossequio al progetto Rai di fare di Sanremo un valido strumento per porre fine alla fuga dei cervelli negli Stati Uniti.
Scelta rivelatasi azzeccatissima visto che il buon Tony, superate le difficoltà iniziali dovute alle perplessità che le solite malelingue mostravano per la sua amicizia con Silvio Berlusconi e per i suoi rapporti poco chiari con i boss della mafia italo – americana ( attenzione: è stata data disposizione che vengano prese immediatamente le generalità a chiunque osi cercare un collegamento tra le due cose ); ha dimostrato che di cervello ne ha da vendere, progettando un festival rivoluzionario e visionario come non avrebbe saputo fare neanche un Salvador Dalì imbottito di allucinogeni.

All’insegna di un “Sanremo innovativo che torna alle sue origini”, e ignorando il boicottaggio promesso dalle major discografiche italiane, il vulcanico neo-direttore artistico ha messo a ferro e fuoco tutti i luoghi comuni che i soliti reazionari perbenisti consideravano ancora capisaldi del festival, sacrificando ogni abitudine consolidata in nome di un sogno: quello di riportare il grande pubblico dei bei tempi andati a sintonizzarsi su Raiuno durante la kermesse musicale.
E allora basta con la distinzione tra big e giovani, che saranno accorpati in una categoria unica. E basta anche con l’inutile mondanità: quest’anno i concorrenti in gara dovranno sottoporsi ad un periodo di ritiro artistico-spirituale presso il Centro Europeo di Toscolano di Mogol ( e qui, visto che del maiale non si butta via nulla, si sta pensando di fare anche un bel reality show con telecamere disseminate ovunque per controllare gli artisti). Ma soprattutto basta con la giuria demoscopica , che non serviva a nulla e aveva anche un nome stupido: il magnifico Tony ci coinvolge tutti nel gioco facendoci votare telefonicamente ( a conferma che l’ossessione per il modello Grande Fratello è ormai incontrollabile).

Tutto deve cambiare, tutto cambierà.
Compresa la scaletta del programma, che è già stata proposta in anteprima e che vi riassumo brevemente.
Durante la prima serata, che si terrà il 2 marzo, si esibiranno tutti gli artisti ammessi alla gara. Nel corso della seconda serata, invece, saranno eseguite per intero solo metà delle canzoni in gara. L’altra meta’ delle canzoni, ciò quelle che troveranno collocazione nella terza serata, saranno eseguite in misura ridotta dai rispettivi artisti, Renato Dulbeccorivoluzionando anche l’assunto per cui il vaccino si fa prima del contagio.
La terza serata avrà la stessa struttura ma con “pezzi interi” e “pezzi ridotti” invertiti ( so che non state capendo, ma non preoccupatevi: non siete voi ad essere stupidi, è Renis che è un genio).
La quarta sarà una serata- evento in cui verranno eseguiti i grandi successi della musica popolare italiana presentati nel corso delle 53 edizioni del Festival ( e qui mi ripeto: del maiale non si butta via nulla).
Al termine della quinta serata, durante la quale si esibiranno nuovamente tutti gli artisti, si procederà alla sommatoria dei voti espressi su ogni canzone in gara e sarà proclamata vincitrice del Festival la prima classificata della graduatoria. Saranno premiate anche la seconda e la terza classificata. Saranno poi premiati, con i vincitori, anche gli autori e i compositori delle prime tre canzoni classificate e saranno assegnati premi speciali, tra tutte le canzoni in gara, al miglior testo, alla migliore musica e al miglior arrangiamento. Sarà infine attribuito dalla città di Sanremo il “premio alla carriera” a un grande rappresentante della musica. Se a quel punto ci sarà ancora qualcuno che non ha ricevuto un premio, sicuramente il magico Tony saprà come risolvere la situazione.
A corollario di tutte queste meraviglie non mancherà il dopo-festival: se ne sa ancora poco, ma dovrebbe condurlo Bruno Vespa, che tra l’altro a breve dovrebbe ricevere il potere temporale dal Santo Padre.

Insomma, si prospetta un Sanremo imperdibile, degno di entrare nella storia.
Non so voi, ma io ho barattato il mio televisore con un larintocomio a pile.
Che cos’è?
Non lo so, ma a marzo mi sono tenuto una settimana libera per capirlo.

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