Insostenibile inconsistenza dell’essere
La storia non raccontata nel film è quella che ciascuno probabilmente avrebbe voluto poter vedere sullo schermo. Il racconto di un amore, certo, istintivo e assoluto, che va contro il destino, le tragedie, le coincidenze e che si crea da sé, che si mantiene intatto e potente.
E invece, l’unica cosa intatta sono gli anelli dei protagonisti, bellissima immagine di un amore che vuole essere eterno da subito. Dopo di che, il nulla: da una parte lo scavezzacollo e irresistibile (?) Cocci che si divide tra lo studio dell’avvocatura e l’occasionale donna da letto di turno, dall’altra la maestria Stefania che, rimasta incinta del suo fidanzato straniero, non sa bene se sposarlo, perché ha ancora nell’anulare quell’anello di gomma. E dopo vent’anni in cui non si vedono i due non solo si riconoscono all’istante, ma non hanno nulla da dirsi di interessante, di pregnante: preferiscono dormire.
Tanti snodi che sarebbero intriganti per l’evoluzione della storia vengono lasciati nella banalità. Marcello, ad un certo punto della storia fugge in America dopo aver involontariamente contribuito al tentativo di suicidio di una ragazza, lavora là per qualche anno, poi un giorno, guardandosi allo specchio, ripensa alla sua vita e gli viene in mente Adele. Un passaggio questo non visto sullo schermo ma solo raccontato, che per la sua superficialità e inverosimiglianza rattrista lo spettatore, che vorrebbe vedere in immagine la disperazione e il profondo innamoramento, e che invece deve accontentarsi di parole di raccordo, che non hanno una loro necessità. E la simpatica presenza di Zingaretti viene ad essere forse l’unica nota “un po’” divertente, ma troppo arbitraria nel tentativo di tenere insieme una storia che continua a sfilacciarsi.
Inconsistenza della sceneggiatura, semplice e tremenda mancanza di storia.
Curiosità: “Non riuscivo a trovare un filo che legasse le storie di Adele e Marcello. Lo trovavo ma poi lo perdevo, o non era credibile, oppure un giorno mi piaceva e il giorno dopo non mi piaceva più. Poi ho aggiunto il personaggio di Loris (Luca Zingaretti) e tutto ha cominciato a girare.” Ambrogio Lo Giudice.
A cura di Francesca Bertazzoni
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