Destinazione saggezza
Vortice di vuoto.
Tre personaggi intraprendono un viaggio mirato a ricercare quel qualcosa che possa attenuare quel senso di vuoto che ogni tanto si crea dentro. Quel vortice che ti fa sentire come se stessi saltando nel vuoto, senza sapere se sotto di te il terreno c’è o no, se è morbido o duro.
20, 40, 80 anni.
Tre età differenti. Tre modi di indagare la realtà e ricercare la felicità.La protagonista più giovane (Maria Flores) vive nel mondo di avidità, proprio perché non possiede nulla. Ricerca i piaceri materiali, la ricchezza e trova la solitudine, la delusione e la cattiveria dell’uomo. Il quarantenne Roberto cerca l’amore, la condivisione e trova la speranza. Il più vecchio Don Justo cerca l’amicizia e il perdono. Quello del suo vecchio cane che, un giorno (ironia della sorte); lo ha abbandonato. E in effetti ritroverà “Facciabrutta”. E non importerà se il cane ritrovato non è realmente “il suo Facciabrutta”. “Facciabrutta” non è altro che un gap, uno spazio vuoto da riempire. In realtà, Don Justo (e il nome dice tutto) è alla ricerca della giustizia. Ma non quella delle leggi. Quella della vita.
“I learn by going where I have to go”.
Ecco, quindi, che, basandosi ognuno sulle proprie forze e capacità, i tre si mettono in marcia, ognuno con i propri mezzi e le proprie aspettative (che puntualmente non troveranno riscontro nella realtà). E tra torte che cambiano identità, enormi thermos di mate, incontri improbabili e situazioni surreali, quello che, in pratica, ogni personaggio si è messo in tasca e portato a casa è un pizzico di saggezza in più dovuta all’essersi messo in moto per realizzare quella che, al momento, credeva essere la sua felicità. “I learn by going where I have to go”, dice una poesia.
Un ritorno al realismo?
Un film che si segue per tutta la durata col sorriso sulle labbra, forse per la capacità di Sorin di rendere “realmente reale” il film attraverso una visione molto obiettiva dei personaggi (incredibilmente umani nei loro errori e sentimenti); del paesaggio (la Patagonia non è mai stata così bella e triste allo stesso tempo!) e delle vicende umane.
Curiosità.
Gli attori sono tutti non professionisti. Don Justo nella vita reale è un meccanico in pensione e Maria Flores fa la giardiniera. E in effetti l’impressione che si ha è che stiano recitando la loro parte, quella di un personaggio che conoscono e sentono molto bene.
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