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cultura dell'immagine e della parola

Eple – Royksopp

Brano: Eple
Interprete: Eple
Album: Melody A.M.
Casa discografica: Wall of Sounds Recordings
Anno: 2001
Regista: Thomas Hilland

Il video dei Roysopp è abbagliante, se confrontato con i nuovi video clip in rotazione nell’ultimo anno.
È un semplice e continuo zoom-out attraverso cartoline, paesaggi, scatti di vita quotidiana pietrificati, poi lasciati al movimento, come se l’occhio potesse uscire dal ricordo-immagine e trasportarsi in un’altra foto, in un altro sogno.
Capita spesso di ritrovare questa tecnica in quella che considero ormai la “new videoclip wave”, cioè la reale fusione fra video clip, arte, cinema. (quanti video copiano il cinema? “I’m glad” di Jennifer Lopez, solo per dare un esempio…).
Nel video “8 mile” di Eminem, per esempio, la telecamera entra nell’occhio della bambina solo per condurci attraverso i suoi ricordi.

La memoria
In Eple è tutto più formale, è come scappare da un ricordo per ritrovarsi in un altro. È la città dimensione cartolina, è un ramoscello immobile su un lago.
Il movimento è talmente lineare che non si vuole neanche girare la testa, ma solo cercare di avvicinarsi un attimo, come guardare i quadri di una casa nuova, ma poi riascoltare subito le parole del tuo anfitrione, e zoomare indietro, dentro i suoi pensieri.

Il cinema: Peter Greeneway.
Thomas Hilland mi ricorda molto la mano del regista inglese. Non voglio fare paragoni soggettivi e impossibili, ma se dovessi trasportare la magia delle carrellate delle cucine del film “il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante” in musica-immagini, sceglierei la catena di ricordi di questa piccola istallazione artistica. L’occhio si ritrova disperso nella galera del movimento, e in entrambi i casi non riesce a scapparne, non riesce a fermarsi, e allora può captare qualche particolare minuscolo e interpretarlo, come una breve seduta di analisi.

Sembra che il passato rimanga nella memoria, e ti porti solo verso quello che più ti preme: le macchine playmobil se la tua infanzia predomina, le cartoline dei tuoi viaggi, i sorrisi fotografici delle donne, gli aerei, i colori beige della tappezzeria anni ’70 che fa tanto zia o nonna.
Tutto spezza il ricordo della polvere che avevi lasciato sulle vecchie macchinine sopra le mensole, nascoste dai tuoi nuovi più recenti pensieri.

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