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cultura dell'immagine e della parola

Nanni a pezzi

L’attività “politica” ha allontanato nelle ultime due stagioni Nanni Moretti dal grande schermo, e l’attesa per un suo film, dopo la nuova strada intrapresa con La stanza del figlio, si fa sempre maggiore. In mancanza di produzioni originali, ben venga quindi questa proposizione di venti scene tagliate da Aprile, suo bellissimo film di cinque anni fa. Il Nanni che vediamo in queste scene è quello che conosciamo come persona/personaggio, che si scaglia contro la destra italiana e contro i giornalisti, andando invece alla ricerca dei piccoli particolari della vita. Se alcune scene sono brevissime e in effetti evitabili, altre invece sono molto interessanti. In Premio Strega. Il mio voto, riprende la scena della canna fumata durante il discorso vittorioso di Berlusconi alle politiche ‘94, quando arriva la telefonata di un aspirante partecipante al Premio Strega che gli chiede il voto. Ma Nanni non è tra i giurati. In Il loro linguaggio Moretti se la prende con i giornalisti politici, inventori di neologismi quali doppiopesismo e cerchiobottismo. Se avesse vinto Trotzkij vede invece Nanni a letto, mentre parla con il pancione della moglie incinta, chiedendosi cosa sarebbe successo se si avesse davvero perso Stalin. In I cretini, il regista romano è al cinema, dove assiste a un discorso di Tiziana Majolo che afferma che solo i cretini non cambiano mai idea. Nanni allora dalla platea grida: “Io!”. E in effetti è vero, è proprio sempre lui Nanni, protagonista con il suo ego di tutte le scene, come lo era nel film del 1998. Insomma un film da vedere (sempre che si riesca a trovare un cinema in cui è proiettato, vista la scarsità di copie disponibili) per chi ha già saputo gustarsi Aprile, mentre per chi non lo avesse ancora fatto, rimane il consiglio per un film che sa divertire, appassionare e riflettere su una stagione della storia italiana.

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