hideout

cultura dell'immagine e della parola

Mark Romanek

Il nome di Mark Romanek non è nuovo.
Al cinema sta uscendo in questi giorni con il suo primo lungometraggio,
One hour photo, ma il suo nome è legato soprattutto al mondo della musica: suoi sono alcuni dei più importanti video che hanno fatto la storia nei passaggi di MTV o della vecchia VIDEOMUSIC in Italia.
Ma chi è?
Non vi è mai capitato di vedere Rain di Madonna? E Devil’s haircut di Beck?
o il più recente Hella good dei No doubt?
Dal suo primo video nel 1986 Sweet bird of truth dei The the, è diventato famoso con David Bowie (Black tie, white noise); con Lenny Kravitz, ma ha raggiunto la fama con i Nine Inch Nails.
Con Lenny Kravitz ha prodotto tre dei più importanti video della sua carriera:
Are you gonna go my way?,
Is there any love in your heart?
e If you can’t say no che vede la partecipazione di Mila Jovovich, con il quale ha vinto all’ottavo MPVA awards nel 1999.
Attraverso atmosfere rarefatte e nebbiose e una fotografia che tende al grigio-azzurro riproduce la crisi di una coppia in un ambiente minimalista, ripetitivo, dove l’unico punto emozionale è lasciato al viso dei due protagonisti.
Il fotogramma fondamentale: Mila Jovovich è immersa in un bagno di nebbia. Intorno a lei una camera con una serie di Buddha identici e due mobili, bianchi, spigolosi, disperanti nella loro mancanza di morbidezza.

Ma è sicuramente grazie al video di Closer (N.I.N.) che cambia radicalmente il modo di fare video.
Trent Reznor vola in una camera dove una scimmia viva viene crocifissa, una donna nuda è bendata con un nastro nero a forma di crocifisso e la carcassa di un bue (a forma di cuore) penzola da una parete.
A queste immagini vengono intervallate immagini crude di disegni di uteri aperti, di una bambina dallo sguardo severo seduta su una poltrona di pelle nera e Trent che viene legato per le mani, in una sorta di ultimo sacrificio.
Tutta la morbosità e la paura del peccato viene resa attraverso una fotografia sgranata e corposa, dove padroneggia l’arancione-rosso del sangue e il marrone dello sporco di grasso.
È questo il primo di una serie di video dove domina il tema dell’incoffessato e dell’incubo ed è stato, per le sue immagini, uno dei video più censurati. Non a caso, ancora adesso è arduo trovarlo in versione integrale.
Riprenderà più avanti la tematica del volo per il video degli Eels(Novocaine for the soul) e quella dell’incubo in The perfect drug (NIN).

Oltre che la filiazione dal punto di vista musicale, ci si rende conto di quanto un artista come Marilyn Manson abbia imparato da questo autore. L’esempio più facile è Beatiful people di Floria Sigismondi, autrice che ha preso non pochi prestiti da Mark Romanek. Un esempio?
Torniquet sempre dei Marilyn Manson o Little wonder di David Bowie, video che unisce anche elementi surreali e immaginifici.
Cosa potremo aspettarci da un autore che ci ha sempre affascinato con i suoi cortometraggi musicali?

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»