Quando la bruttezza si fa bella III – Jesus Franco
Dopo i capolorrori dei nostrani Ippolito e Martino e prima di passare definitivamente a quella fucina di maestri (?) che è l’America, mi è impossibile in questa rubrica non proporre i lavori di Jesus Franco. Spagnolo di Madrid, i settant’anni superati da un pezzo, in mezzo secolo di carriera ha girato quasi duecento film utilizzando cinquantasei pseudonimi diversi. A parte qualche eccezione che vedremo in seguito, tutti i suoi film sono stati horror a bassissimo budget spesso conditi di ironico erotismo. Delle sue prime pellicole, oggi disperse in poche videoteche della capitale spagnola, sappiamo purtroppo poco. Il suo primo lungometraggio uscito nelle sale è Tenemos 18 años (1959); una commedia surreale sulla vacanza di due giovani spagnole. Due anni dopo arriva il suo primo horror, Il diabolico dottore Satana. Primo episodio di una saga di cui lo stesso Franco dirigerà altri sei film, racconta l’improbabile storia del dottor Orloff (forse qualche eco del nosferatesco Orlok?); che rapisce delle balde giovini per utilizzarne la pelle in modo da riparare il dolce visino ustionato della figlia. Ma è la fine degli anni ’60 il periodo più prolifico e più ricco di successi per Franco. Del 1969 è Il castello del dottor Fu Manchu, undicesimo capitolo della saga iniziata quarant’anni prima e che il regista spagnolo condisce di venature horror. Lo stesso anno realizza l’imperdibile Justine: le disavventure della virtù, personale versione dell’opera di DeSade che nel cast prevedeva Klaus Kinski (!) e Romina Power (?); mentre l’anno successivo è il momento di Las vampiras, forse il suo film più conosciuto, noto anche in Italia per i suoi passaggi nelle notti di Fuori Orario. Storia di una coppia di lesbovampire, appare rivoluzionario nella struttura dei personaggi, pur essendo prodotto con il solito budget risicatissimo. Col finire degli anni ’70 il suo erotismo si fa sempre più spinto, fino ad arrivare ai confini della pornografia, e titoli come Le sexy goditrici o La coccolona stanno a dimostrarlo. Rientrato in patria dopo la fine del regime, Franco torna ad un filone più classicamente horror, per poi dedicarsi alla fine degli ’80 a delle mediocri pellicole d’azione. Nel 1992 Franco cura l’edizione di Don Quijote, film che Orson Welles aveva iniziato a girare in Spagna nel 1957 senza mai concludere. Jesus riprende mano a quell’opera, a cui aveva contribuito come aiuto regista, e la monta insieme ad alcune parti documentaristiche girate sul set. Quando la sua produzione registica sembrava ormai avviata verso un lento ma inesorabile declino, un ravvivato interesse verso le opere di serie b, grazie anche alla possibilità di distribuzione direttamente nel mercato homevideo, concede a Franco una nuova possibilità. Degli ultimi anni produzioni dai titoli incredibili come Mary-Cookie and the Killer Tarantola o Vampire Blues, o addirittura Killer Barbys vs. Dracula non sono però mai arrivati in Italia. Le sue prossime pellicole saranno invece un remake del suo primo film dell’orrore (Il diabolico dottore Satana); intitolata Cries in the Night, e Killer Barbys vs. Frankenstein, in cui la parte del Dottore potrebbe essere interpretata addirittura da Alejandro Jodorowsky.
A cura di Alberto Brumana
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