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cultura dell'immagine e della parola

Dove c’è arte c’è immondizia

Se il Trash è inconsapevole, non è Trash, è amarezza, psicoterapia.

Da cosa nasce l’idea di un festival del Trash?

Prima di tutto, dalla passione, dall’amore per la filosofia e per tutte le estetiche in generale.
In particolar modo, è retaggio della mia formazione diciamo musicale. Io provengo direttamente dalla scena punk anni’80, da quei piccoli movimenti che hanno poi dato vita al rock demenziale, e quindi sono sempre rimasto profondamente influenzato da gruppi come gli Skiantos, .ad esempio, musicisti geniali perché sono riusciti a unire una musica forte, hard-rock, urlata, con dei contenuti alla fin fine gioiosi. Questo è Trash, capisci? Non dobbiamo dimenticare che una scena punk molto importante si sviluppa tra Baltimora e New York, e tra Baltimora e New York vive John Waters, re indiscusso del Trash cinematografico.

E poi? Qual è stata la evoluzione, se c’è stata? Dopo gli anni’80 cos’è successo?

Inevitabilmente, il mondo ha incontrato nuove mode e il punk ha incominciato a diventare un ricordo, ma soprattutto la scissione è stata interna, parallela a una divisione del Trash cinematografico.
Quindi, da una parte abbiamo avuto un evoluzione “nichilista”, parliamo di gente come Gigi Allin che mangiava la merda sul palco per far capire cos’era il mondo, e una direzione ironico-demenziale, che poi è quella che interessa a me, che è quella degli Skiantos di cui sopra e del genere John Watersdemenziale rock, che conosciamo tutti.
Il cinema, il Trash, si è evoluto in base a queste due direttive: da una parte un Trash crudo, come quello di Larry Clark, e dall’altra uno gioioso/grottesco, caratterizzato da personaggi come John Waters O Kaffmann della Troma.

Sembra che in molti film Trash ci sia quasi critica sociale. E’ una cosa ricercata o casuale ?

Nel Trash crudo casuale, se c’è, visto che è pura fotografia. Tant’ è vero che Larry Clark è un fotografo.
Il Trash gioioso è sia critica estetica, che, in alcuni casi, critica sociale.

Ci si offende a sentirsi definiti “Trash”? Ivan Cattaneo si è offeso sentendosi nominato presidente di giuria del Trash Film Festival?

Ivan Cattaneo è un grande artista, un’icona estetica assoluta, uno che ha capito il fondamento dell’arte: dividere l’artista dal sé stesso biologico.
Una cosa è la realtà, un’altra l’estetica.
Il mezzo fondamentale per capire il Trash è entrare nella sfera della consapevolezza.
Se sei consapevole di ciò che fai, di ciò che sei, puoi anche essere Trash.
Se sei inconsapevole, sei triste, fai pena e compassione, e usi l’arte come terapia per curare la tua psicolabilità e fai quella roba di commedie all’italiana anni’70.
Vedi? Ivan Cattaneo è Trash perché, come il Trash, è iconoclasta. Pur avendo una cultura enorme e avendo rappresentato un simbolo per gli anni’80, non ne è mai stato un’icona, un’immagine scolpita nel tempo. I ragazzini di adesso non sanno neanche chi è. Capisci? Ivan proviene dal”Re Nudo”, una rivista milanese celeberrima a metà degli eighteen che fece scandalo e scuola: chi ne faceva parte, anticipava il futuro della società proprio con le loro scelte così azzardate e il più delle volte mal interpretate. Erano i migliori, i più pazzi, i più visionari. Rappresentavano la sintesi migliori di quegli anni.

Senti, qual è il rapporto col mercato che una particolare forma d’estetica come questa, tu stesso la definisci così, può avere?
Foto scattata da Larry Clarks
Il mercato è un’ottima cosa nel momento in cui è interscambio di merci in tutto il mondo.
Il mercato è negativo nel momento in cui diventa corporativistico, chiuso, un’autarchia di un determinato regime.
Dove c’è la possibilità di scelta, esiste la “libertà”, non come in Italia dove esiste un solo distributore che controlla il mercato, leggi la “Medusa”.
Ti rendi conto che certi film per averli qui nel festival, anche le edizioni passate, abbiamo dovuto ordinarli noi, direttamente negli Stati Uniti?
Non dimentichiamoci che qui a Torino “Peeckers” di John Waters è uscito a Ferragosto, e nelle altre città italiane, è finito subito nei cineclub, sena neanche passare dal via.

Questa è la settima edizione del festival, se non sbaglio…

Già.

Mi chiedevo con che cosa avete aperto il primo anno, con quali propositi, intenti.

Il primo anno abbiamo inziato con “Mondo Trasho”(1970); mai trasmesso in Italia, film in bianco e nero, senza bisogno di sottotitoli perchè è tutto un musical. Eravamo in un cineclub e l’unico obiettivo era di proporre a Torino, al panorama cinematografico e culturale italiano, una nuova estetica.

Chi sono i registi che rappresentano il futuro del Trash nostrano, se ce ne sono?

Sicuramente Gionata Zarantonello è la grande avanguardia. Lui è di Vicenza, e già con Medley (costato solo 20 milioni di vecchie lire! N.d.A.) ci aveva fatto calare nel suo particolare amore per lo splatterpunk. E poi, Gaia Bracco, regina del cartoon e dell’animazione.

Chi è il padre del trash italiano? C’ è stato qualcuno che si è buttato verso questo nuovo genere importato dagli Stati Uniti?

[img4]Sicuramente il padre del trash italiano è Tinto Brass, ma non quello che conosciamo tutti, quelli dei film erotici per intenderci, io parlo del suo periodo che va dagli anni’60 alla metà degli anni’70 circa. Lui è proprio un grande esteta trash.
Roba come “Il disco volante”, “Action”, “Salon Kitty” sono perle del trash italiano!
Pensa che ne”Il disco volante” c’è Alberto Sordi che fa ben 4 parti!

Qual è la differenza tra cinema di genere, trash e splatterpunk? Giusto per orientarsi al meglio…

Il cinema di genere crea un’icona (Halloween, Nightmare…).
Il trash è iconoclasta.
Lo splatterpunk mette in risalto le frattaglie mentre nel trash sono anticone roba come sangue o interiora.
Ad esempio, Paul Morissey non è un’icona, semmai il suo corpo è iconoclasta.
Divine, per capirci, è una maschera di Waters, ma non è un’icona.
E’ poi Platinette che la trasforma in icona, copiandone sembianze e movenze, ma ispirandosi al movimento drag queen italiano, quindi esibizionismo, iconografia. Platinette nasce dalle bufere sui Gay-Pride. Nasce per scandalizzare, per essere così anche nella realtà, comunque.
Divine, tornata a casa, era solo una donna grassa, ma non era di certo la maschera di Waters nella vita di tutti i giorni.

In conclusione…

Dove c’è arte, cè immondizia.
Nel Trash è fondamentale il mezzo. Ogni elaborazione è frutto del mezzo che utilizzi.

Se dovessi mai dare una definizione di Trash, diresti che…

Il Trash è un grande esercizio estetico, un’elaborazione estetica CONSAPEVOLE!
Non morirà mai, è come il surrealismo di Maigritte, perché ci sarà sempre un’arte formale, con le sue regole, che produrrà contrasti, e spazzatura iconoclasta, Trash.

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