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cultura dell'immagine e della parola

Guance

Heidi con le sue guance si fa baciare da Peter.
Nord: l’europa del freddo. Una donna con cappello di pelo.
Russia: un bambino entra in un negozio e il caldo gli sveglia la faccia.
Milano: una ragazza vede il suo amore, avvampa di calore, e le guance diventano montagne piene di alberi da frutto.
New York: ragazza bianca si sveglia, guarda davanti a lei, ha fame ma non mangerà.
Si veste per uscire e davanti allo specchio esagera con il fard su quelle gote. Noteranno in lei quella magrezza pronunciata?
Paul Klee: Senecio“Febbre da cavallo”: Montesano nasconde le guance con le fasce, per scappare più facilmente.
Il viso nel suo insieme, è una buona carta d’identità, eppure, pur dando spazio agli occhi e ai capelli, non mi immaginerei con due guance diverse.
Ho la faccia larga, non potrei svegliarmi con una faccia lunga: l’orogoglio davanti allo specchio! Se non con previa scoperta, non potrei vedermi senza il candore termico delle guance: come farebbe il bambino russo? e la milanese? E l’anoressica newyorkese?
Anche Jodie Foster ne “il silenzio degli innocenti” sfodera, nel ricordo, una bambina con in braccio un agnello con due grosse guance colorate di rosso porpora. Davanti a Lecter unisce nel suo profumo di Evian un rigore ufficiale da poliziotto in erba. Eppure, in quella compostezza adulta, prevale l’occhio, impaurito, e due grossi spazi di pelle, tra l’occhio e la bocca, luminosi di timidezza, brillanti di paura fottuta e debole.Fernando Botero: Uomo con cane

…durante la pubblicità compare la fotomodella in accappatoio (“provate le docce deosun”) con due grossi zigomi alti e plasticosi da robot in finto lattice…

Riprendo a guardare la mia televisione, osservo pazientemente dentro lo schermo, che si allarga e mi fa intravedere, a occhi ben spalancati, “otto donne e un mistero” di Ozon.
Se il 7 è il naso e il 3 è un reggiseno, l’8 mi ricorda due belle guance paffute che mi stanno sorridendo, come le otto facce del film, tutte con gote diverse e pensanti.
La prima, la Deneuve, è la regina, sottile nella sua perfidia: guance poco truccate ma perfette, serie intorno al biondo dei capelli. La regina è attorno alle sue “schiave” antagoniste: la Huppert rimane algida e rigida nel suo sguardo, e insieme agli occhiali neri e retti le guance tirano verso i suoi occhi una linea lunga, cervellotica, triste; e la Beart, dalla gota alta, morbida, leggera, che si unisce alle doppia labbra che si allontano, nel parlare, alle loro dirette radici.
Ma lo scacco guanciale esplode con Fanny Ardant: con il suo abito rosso, incide da subito con minuzia chirurgica le sue gote, grazie ad un sorriso prorompente.

Guance porose, guance vaporose, guance con le ali red bull, guance al silicone, guance truccate, guance ritoccate da calendario (max insegna); guance che nella loro parte concorrono alla dimensione del tutto…

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