Cattivi Pensieri
Una lapide abbandonata. E un mucchietto di fiori appassiti.
è la prima tavola che campeggia all’inizio della storia di Robert. È la sua fine.
Bel modo di cominciare! Ma è proprio quello che si merita.
“Ha superato ogni limite”, così dicono tutti di lui. In effetti Robert Caligari non è esattamente il bambino comune che trascorre i pomeriggi tra una tavoletta di cioccolato e una partitella a football con gli amici. Non proprio, diciamo.
Sì, perché Robert è il demonio incarnato. E più che calciare il pallone sul green inglese, preferisce prendere una bella rincorsa per poi sganciare un tremendo colpo di punta a Trevor, il porcellino salvadanaio della parsimoniosa sorellina Nerys.
Perfido fino al midollo spinale, questo ragazzino di soli tredici anni meriterebbe il Nobel alla “creatività perversa”.
E non tanto per l’innata indole di truculento sanguinario, quanto per le deliziose trovate, tra la strategia impeccabile in stile romano e la malvagità più pura e incontrollata. Un equilibrio di saggezza spiazzante e bestialità primordiale che non può non affascinare e divertire.
Ma a tutto c’è una spiegazione, e certamente Robert non escogita le morti più spettacolari per le sue vittime solo per un personale senso estetico o d’intrattenimento. E tanto meno perché depravato c’è nato o che altro. Di sicuro non c’entrano nulla nemmeno le sue occhiaie alla Dracula e la pettinatura cornuta (vedi le illustrazioni di David Roberts. Rendono gloria al taglio umoristico-grottesco dell’autore); che non lo gli danno proprio l’aria di un tipino affidabile. Semplicemente Robert è insaziabile. Di una curiosità “avida”, è sempre in cerca d’infliggere dolore, e nel modo più coreografico possibile. In questa storia potrete infatti scoprire più profondità di significati di quanto non pensiate. Già. Le motivazioni di Robert sono ben radicate, non semplici quisquiglie: lui odia irrefrenabilmente la razza umana. E tuttavia ci sarebbe un problemino che non calcola: anche la razza umana ricambia il pensiero. Sicché da qui, i semplici screzi si faranno cosa ben più seria del previsto, prendendo i toni di una guerra senza confini.
Non ci saranno vinti né vincitori in questa terribile e triste battaglia. Ma state certi che il colpo di scena vi lascerà con le unghie intente a strapparvi le guance, tanto ne sarete spassosamente divertiti e disgustati.
Una chicca: l’autore, tale Tom Baker, forse qualcuno se lo ricorda, (e allora meriterebbe un invito honoris causa per la finalissima di Passaparola) è uno dei protagonisti de “I racconti di Canterbury” girato da Pier Paolo Pasolini. Ma forse a qualcuno suona più familiare la sua parte recitata come protagonista principale (dal 74 all’81) nella più lunga serie televisiva inglese, “Doctor Who”.
A cura di Fabio Falzone
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